Il sindaco Marino riprende il tema dello Ius Soli

Si è parlato spesso di Ius Soli con il ministro dell’integrazione, Cécile Kyenge, sotto il governo Letta. Ma cos’è lo Ius Soli (diritto del suolo)? E’ un’espressione giuridica che indica l’acquisizione della cittadinanza di un dato Paese in conseguenza del fatto di essere nati sul suo territorio indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori.
Non sono mancate polemiche e discussioni sui pro e contro dello Ius Soli che si contrappone allo Ius Sanguinis (diritto del sangue), quest’ultimo in vigore nel nostro Paese.

A rispolverare il tema ci ha pensato il sindaco di Roma Ignazio Marino, dopo aver istituito il registro dei matrimoni omosessuali celebrati all’estero, ha dichiarato, a margine di un incontro con i ragazzi dei centri interculturali della Capitale nei giorni scorsi, “stiamo riflettendo quale tipo di iniziativa possiamo realizzare. Sono fortemente convinto che chi nasce nel nostro Paese deve essere cittadino italiano“.
Dunque, il sindaco Marino, continua a sfidare il Governo nazionale e il Parlamento sul tema dei diritti civili. Anche forzando quelle che sono le proprie competenze nel suo ruolo da sindaco, ma arrivando a scatenare accelerazioni locali alle lungaggini delle proposte di legge, incastrate da anni nelle inaccettabili manovre burocratiche di Camera e Senato.

Marino, in più, ha consegnato per l’occasione un attestato a dieci ragazzi, nati nella Capitale da genitori stranieri, come ‘ambasciatori di cittadinanza’ contro il razzismo. I giovani dei centri interculturali di Roma hanno inoltre scritto una lettera al sindaco: “Siamo un gruppo di ragazzi nati in Italia da genitori stranieri. A Roma andiamo a scuola, abbiamo amici e parenti“. Con questa lettera chiedono al sindaco di aiutarli per ottenere un diritto sacrosanto.

Non manca la risposta di Marino alla lettera scritta dai giovani del centro: “Se ci sono delle regole bisogna pensare se sono giuste o sbagliate, dice il sindaco, e se siamo convinti che una legge è sbagliata dobbiamo cambiarla. Penso che una persona che nasce in Italia debba essere italiano. Io mi sento il vostro sindaco a prescindere dal fatto che voi non abbiate ancora la cittadinanza“.

Ancora una volta sono gli amministratori locali a dover far fronte ai problemi dei diritti civili nel nostro Paese, mentre la politica nazionale dorme su questi temi e si scontrano solo sulle poltrone da tenersi in saldo. Speriamo che anche i politici di Camera e Senato, compreso il Governo, si diano una svegliata in materia di diritti sia sullo Ius Soli che su quelli di una parte di cittadini che contribuiscono nella collettività con i doveri quali tasse e rispetto delle regole di civile convivenza, ma a cui vengono negati loro diritti fondamentali, quali la possibilità di crearsi una famiglia o la felicità nell’esprimere la propria identità di cittadino.

 

ius_soli_roma