Messico: Carmen Aristegui licenziata
Un marzo infuocato in Messico, non per le alte temperature, ma a causa della guerriglia mediatica scatenatasi dopo il lancio della piattaforma Mexicoleaks, ancella concettuale della famosa Wiki, che, in un paese dove la corruzione si spalma sul pane al mattino, potrebbe segnare una rivoluzione capace di far tremare tutte le poltrone.
Nemmeno il tempo di plaudire all’iniziativa, né di divulgare dispacci scottanti o rivelazioni raccapriccianti, che la tempesta mediatica ha già mietuto le prime vittime: Carmen Aristegui, giornalista influente tra i promotori i fondatori di Mexicoleaks, è stata licenziata dopo ben nove anni di collaborazione dalla sua emittente radiofonica di rifermento, la MVS Noticias.
La vicenda ha tuttora contorni poco chiari. Tutto è iniziato quando Aristegui, per lanciare il nuovo portale informativo, ha annunciato on air che il suo spazio su MVS si sarebbe affiliato a Mexicoleaks. Detto fatto: MVS Noticias ha subito rettificato, specificando che l’iniziativa Leaks è senz’altro legittima, ma da parte del gruppo non c’è stata né c’è alcuna adesione. Alla pronta smentita sono seguiti i fatti, e due collaboratori della Aristegui, Daniel Lizarraga e Irving Huerta, impegnati direttamente anche per MexicoLeaks, sono stati licenziati senza tanti complimenti per essere venuti meno al rapporto di fiducia con il Gruppo MVS.
In seguito al licenziamento, sui social e sotto la sede della MVS, si è scatenata un’ondata di proteste, e la stessa Aristegui ha ritenuto necessario frapporsi fra il licenziamento dei suoi giornalisti e il Gruppo Mvs chiedendone il reintegro. Nada de nada, direbbero in Messico, l’artiglieria pesante è scesa in campo: in un comunicato radio diffuso domenica 15 marzo MVS ha annunciato che il rapporto tra la radio e Carmen Aristegui è terminato.
Il Gruppo Mvs ha inoltre ritenuto opportuno chiarire la situazione: “Que quede claro, lo que desencadenó esta situación fue el ultimátum que la periodista le fijó a esta empresa, nada más, pero nada menos (…) No te confundas, Carmen, lo grave muy grave que nos está pasando es que otra vez no puedes aceptar que te equivocaste”. Sia chiaro insomma, il licenziamento della Aristegui segue e non poteva che seguire il suo ultimatum contro il licenziamento dei colleghi, che hanno fatto un uso improprio del marchio MVS Noticias, né più né meno.
Ma se il fondo è limaccioso basta un niente perché le acque tornino a essere torbide. Infatti, a pesare sul licenziamento in tronco della Aristegui e del suo staff probabilmente non è solo la vicenda legata al lancio di MexicoLeaks sulle frequenze della MVS, ma un’inchiesta molto più scomoda denunciata dai giornalisti poco tempo prima: il servizio sulla “White House”, residenza di lusso della famiglia del presidente Enrique Peña Nieto che in realtà figura come proprietà di una potente ditta di costruzioni che ha vinto numerosi appalti quando Nieto era amministratore della regione.
Fare due più due in questi casi è abbastanza facile. E preferiamo rimandare agli approfondimenti in nota la questione legata alla residenza Nieto, per chiudere sul quattro che più ci interessa: fare inchieste che coinvolgono direttamente i politici e il loro “indotto” di relazioni e fondare portali di informazione anticorruzione in un paese dove la lotta per la libertà di stampa e di espressione è direttamente collegata a quella per l’emancipazione, ha come risultato matematico l’essere fatti, per fortuna solo mediaticamente, fuori. Ma il licenziamento, in questo caso, ha tutta l’aria di un atto intimidatorio nei confronti di tutti i giornalisti.
Note:
Servizi sulla questione Aristegui UNO, DUE.
Sulla White House UNO, DUE, TRE, QUATTRO.