Europa League: Napoli e i Viola volano ai quarti

Si assottiglia la presenza italiana in Europa League: dal derby italiano ne esce viva la Fiorentina e più che mai morta la Roma di Garcia. Non basta il cuore Toro per ribaltare il risultato di Leningrado e onore delle armi per gli uomini di Ventura, mentre quelli di Mancini perdono anche in casa con il Wolfsburg. Qualche brivido per il  Napoli ma il mago di coppa Benitez prosegue il cammino in Europa.

DINAMOMOSCA – NAPOLI 0 – 0

All’Arena Khimki si arresta la corsa dei russi, la squadra di Čerčesov non va oltre il pareggio e il Napoli agguanta meritatamente i quarti.
Gli azzurri di Benitez, forti del 3 a 1 dell’andata, godono di una certa tranquillità; i 90 minuti a Mosca mostrano comunque un Napoli da subito davvero offensivo: Gabbiadini, Mertens e Callejon seguono Higuain e nei primi quindici minuti arrivano già tre grandi occasioni. Prima, spreca Maggio di testa su corner di Gabbiadini, qualche minuto dopo Mertens fa tutto da solo e prende una clamorosa traversa; infine Callejon servito da un bel passaggio di Jorginho, colpisce il palo esterno. Per la Dinamo, solo due reti annullate per fuorigioco di Samba e Kokorin.
Nella ripresa, il Napoli soffre un pochino il pressing iniziale della sqaudra di Mosca, ma è un secondo tempo piuttosto tranquillo, qualche brivido ce lo regala Kokorin mettendo in mezzo un pallone pericoloso ma interviene in chiusura Britos, per lui un’ottima partita. Napoli ai quarti.

TORINO – ZENIT: 1-0

I granata non ce la fanno ma escono a testa alta da questa Europa League. La squadra di Ventura fa un’ottima prestazione: intensità, ritmo e cuore scandiscono tutta la partita, il Toro ci crede e si vede. Tante occasioni per Lopez, Quagliarella e Farnerud, un goal di Capitan Glik annullato per fuorigioco, un salvataggio in extremis sulla porta, ma la corazzata russa non crolla.
I granata però hanno volontà da vendere, lottano su ogni pallone, non si abbattono neanche quando ormai è chiaro il triste epilogo, arriva così l’incornata di Glik su corner, questa volta tutto regolare e il goal arriva ma al 90°. Qualche minuto dopo la miccia si riaccende per Maxi Lopez, ma l’appena entrato Lombaerts salva miracolosamente. Lo Zenit, non fa un tiro in porta, ma nella sua ha Lodygin che para davvero tutto, o quasi. Orgogliosa vittoria per il Toro, i tifosi tutti in piedi applaudono e accompagnano gli undici che escono dal campo e dall’Europa League.

INTER-WOLFSBURG 1-2

I neroazzurri salutano la coppa, a passare il turno è la squadra di Hecking. Il club tedesco si dimostra sia all’andata, che al Meazza, più forte e nettamente superiore. Il primo goal arriva grazie a Caligiuri ben servito da De Bruyne, la coscia di Carrizo per la respinta è inutile.  L’ Inter del secondo tempo non regala molte emozioni, l’unico ad essere presente e presentabile sembra essere Palacio, che al 71° regala il pareggio ai suoi compagni superando il portiere del Wolfsburg. Peccato che la speranza neroazzurra sia inversamente proporzionale ai minuti che salgono, all’89° la beffa dell’ex juventino Bendtner confina quelli di Mancini nell’angolo della sconfitta. Il Wolfsburg vola ai quarti.

ROMA-FIORENTINA 0-3

“Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, chè la diritta via era smarrita”. Nulla di divino ma di commedia potrà bensì parlarsi per questa Roma, che da ottobre vaga annichilita e confusa tra campionato, Coppa Italia e Europa League.
Ieri sera all’Olimpico l’ennesima disfatta, nel calcio è ben possibile perdere, ma bisogna vedere come. Gli undici di Garcia sono incommentabili, sappiamo che ci sono per la presentazione iniziale, ma in campo dove stanno? La partita si racconta e si chiude già nei primi venti minuti di gara: subito un fallo da dilettante del distratto Holebas su Mati che regala dopo appena 9 minuti un rigore per Rodriguez, costretto a batterlo due volte per invasione di area ma dal dischetto non sbaglia, doppia possibilità per Skorupsky che sceglie due volte il lato sbagliato per buttarsi. Al multiplo del primo goal arriva il secondo, il portiere della Roma esce nel tentativo di evitare un corner, sembrerebbe un’azione piuttosto facile da portare a compimento, invece uno scempio, Skorupsky si lascia scivolare come un panetto di burro la palla dalle mani, lì pronto c’è Alonso che, facilmente, a porta vuota, raddoppia. Neanche il tempo di realizzare la parodia fuori dai pali, che su un calcio d’angolo sviluppato, i difensori si dimenticano completamente di Basanta, che porta i viola sullo 0 a 3 e, soprattutto ai quarti di finale. Ovazione per mister Montella.
La risposta della Roma è una pagina bianca, dove compaiono solo una girata pericolosa di Pjanic, un goal mangiato da Gervinho e da Ljajic e l’ espulsione di quest’ ultimo, più gli infortuni di Keita e Yanga Mbiwa. Forte è anche il rimpianto nel vedere un Salah velocissimo, combattente e ostinato, e sapere di averlo perso dopo a lungo inseguito, cercando di dimenticare su chi è caduta la scelta per il rinforzo offensivo di gennaio.
Tanta delusione, i tifosi non ne possono più, tanto che sul terzo goal abbandonano la curva, per poi rientrare sul finire, ma solo per un confronto e per urlare la loro rabbia tra sgomento e incomprensione a questa Roma un po’ indegna e mercenaria.
Ma i giallorossi possono ancora fare qualcosa, hanno tra le mani la seconda posizione, ci sono ancora undici partite, undici possibilità per farsi nuovamente amare, non devono più fallire, altrimenti, sarà “l’ Inferno Garciano”.