Roma Capitale: Alemanno dovrà rinunciare al Campidoglio?

“Le elezioni che cambieranno l’Italia”: così il Tg La7, in tempi non sospetti, accompagnava i servizi durante la campagna elettorale. In realtà non è ancora cambiato molto, e la confusione oltre ad interessare lo scenario nazionale intacca, e di molto, anche quello locale: un futuro davvero incerto si profila infatti per Alemanno e la sua giunta, dal momento che anche i dati della scorsa settimana relativi alle elezioni per il Presidente della Regione Lazio hanno confermato il risultato locale ottenuto alle politiche.

Roma, al momento, è a sinistra. Un pillola amara da mandar giù per il Pdl, che alle politiche si è accaparrato su Roma un misero 18,72% totale, contro il 39,4% totalizzato nel 2008. Una disfatta: il XX municipio è stato il solo, infatti, a non bocciare il centrodestra, e lo ha fatto con riserva, visto l’esiguo scarto dell’1,29% con il PD. L’attuale sindaco di Roma, con questi risultati, a Giugno non andrebbe nemmeno al ballottaggio. I dati delle regionali fanno il paio con quelli delle politiche: Zingaretti ha infatti letteralmente doppiato Storace nella corsa alla Pisana, staccandolo di oltre 21 punti di percentuale su Roma. Del resto, dopo lo scandalo della giunta Polverini un’inversione di tendenza ai vertici della Regione era prevedibile – nonchè auspicabile – soprattutto dopo la candidatura di Zingaretti.

I voti mancanti del Pdl sono, presumibilmente, confluiti nel Movimento 5 Stelle. Stando ai dati di queste elezioni, infatti, il partito di Grillo è ufficialmente il secondo della Capitale. Un risultato che ricalca il successo conseguito anche su scala nazionale: il Movimento su Roma è al 27,27% e tallona il (seppur vincente) Pd, tanto da far pensare di essere destinato a gonfiarsi ulteriormente. Qualora dovesse persistere la percezione di ingovernabilità anche a livello nazionale, infatti, c’è il rischio che molti elettori di centrosinistra preferiscano affidarsi ad un candidato grillino, piuttosto che ad un volto del (seppur vincente) Pd. Certo è che se il Pdl riuscisse a riportare all’ovile i delusi, il Movimento 5 Stelle non rimarrebbe altro che un terzopolo marginale, permettendogli di partecipare al consueto scontro bipolare tra centrodestra e centrosinistra – che sarebbe però perso, molto probabilmente, in partenza. Alemanno, nel frattempo, sprona il partito sull’eventualità delle primarie per le comunali.

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