Tra i due litiganti, il terzo (forse) gode
Se è vero il detto che tra i due litiganti è sempre il terzo a goderne, nel quadro politico di questi giorni a gongolare c’è probabilmente solo una forza politica: il Popolo della Libertà.
Si sa, per garantire un governo stabile – quantomeno con i numeri per cambiare la legge elettorale – sarà necessario il voto di fiducia dell’ala centrista di Monti e di almeno sedici dei neosenatori pentastellati. Un quadro però realmente intricato, anche a giudicare dalle ultime dichiarazioni all’unisono di Beppe Grillo e Vito Crimi, primo capogruppo al Senato: «non voteremo la fiducia a nessun partito». Si aprono così alcuni scenari, indubbiamente poco limpidi per il paese ma che potrebbero far guadagnare altri, ulteriori consensi al centro-destra.
«Io non sarei così ostile a una continuazione della campagna elettorale», ha ammesso il Cavaliere, auspicandosi un governo di larghe intese per realizzare, oltre al cambio del Porcellum, «le riforme necessarie». Resta da vedere con chi, eventualmente, il Pdl potrebbe trovare una intesa per realizzare tali riforme, tenendo conto che dal centro-sinistra le porte sono state ripetutamente chiuse al suon di «no al governissimo». E così, mentre il Pd insiste per trovare un intesa con il Movimento 5 Stelle, si susseguono le dichiarazioni ammiccanti dall’area moderata. Alfano sostiene che il Pd sia «confuso», invocando nuovamente le larghe intese per cercare di approvare un cambio della legge elettorale e tornare al voto quanto prima.
Nel mentre, lo spettro del Cavaliere aleggia già in possibili nuovi scenari di Governo, e le ombre che lo attanagliano non mancano. La rivista Micromega ha lanciato una petizione per l’ineleggibilità di Berlusconi, non eleggibile perché concessionario di frequenze televisive: secondo la legge 361 del 1957 non potrebbe dunque aspirare a un seggio. Ma ciò che tiene maggiormente banco è il caso di Sergio De Gregorio, riguardante l’ex senatore dell’Italia dei Valori, che avrebbe ammesso di aver ricevuto 2 milioni di euro in nero dall’allora Presidente del Consiglio per «mandare a casa il governo più impopolare della storia d’Italia», denunciando scenari da brivido, parlando di «inizio della valanga» e tirando in ballo anche il faccendiere Valter Lavitola. Il Paese continua così a non avere un esecutivo, lasciando molti dubbi e ombre circa quello che sarà non solo, il possibile nuovo Governo, ma anche il futuro del centro destra italiano, tra scandali che potrebbero definitivamente affossarlo e circostanze che lo riporterebbero al potere.