Ciao Buio, favola della buonanotte per grandi e piccini

Ricordo che da bambino, quando in casa passavo davanti ad una stanza buia, correvo via spaventato. Ora però sono adulto, e non lo faccio più… Forse!” A Centrale Preneste Teatro, il 15 febbraio, al centro del palco c’è solo un letto in ferro battuto: è la scatola magica da cui, come dal cappello di un mago, esce passo dopo passo l’intreccio favoloso di Ciao Buio, la deliziosa storia della buonanotte raccontata ai piccoli Ernestino ed Amaliuccia dai loro genitori. In scena, il papà (Fabio Traversa) muove le mani nell’aria, a voler suonare un’arpa immaginaria, e magicamente in sala si diffonde una melodia. “Ma come fa?”, urla estasiato un bambino dalla prima fila. È la magia del teatro per bambini, in cui pochi oggetti e luci appena accennate affidano la scenografia alla fantasia dei più piccoli, ed il deus ex machina è un coniglietto che spunta all’improvviso dalle lenzuola leggere.

La fiaba che la compagnia Ruotalibera racconta è quella che comincia ogni notte, quando, a luci spente, un bimbo affonda il viso sul suo cuscino, e la sua immaginazione diventa valle sconfinata per folletti, fate, orchi, innumerevoli creature frutto della sua fantasia. Trent’anni dopo, nello stesso lettone, un’aspirante mamma e un impaziente papà si interrogano sulle angosce sospese ed eterne della propria infanzia, ripercorrendo gli spazi dell’anima trascurati ma mai dimenticati, in cui ogni passo ha ancora quel sapore di inquietudine e gioia pura che le fiabe, tra mele avvelenate e pozioni miracolose, mescolano insieme. Ciao Buio è un piccolo capolavoro di grazia, una danza dal ritmo di filastrocca che trascina la fantasia dei più piccoli e il cuore dei grandi, tra ricordi soffici e buffi, e musiche nostalgiche che strizzano l’occhio al Pinocchio di Comencini. Uno specchio per genitori e figli, adatto anche ai più piccoli (consigliato dai quattro anni in su), vista la durata ridotta di un’ora appena.

Tra sguardi incantati e risate a crepapelle, la fatica dei genitori di tenere a bada i bambini che si alzano dal sedile per sbirciare il palco è una recensione più eloquente di qualsiasi parola. Perchè cos’è in fondo il buio, se non un tesoro luminoso da spiare, principio di ogni cosa?