La Fox parla di no-go zones a Parigi: reazioni inaspettate
È passato più di un mese dalla tragedia consumatasi nella capitale francese, eppure il drammatico evento è ancora al centro di numerose polemiche. Del resto, terrorismo, sicurezza e immigrazione sono tematiche complesse, in continua evoluzione e per niente “leggere”. Non si tratta solo di un evento politico, ma di un vero e proprio caso mediale. Pertanto, non sono mancate analisi più o meno oggettive e, i politici stessi, non si sono fatti scrupoli nell’utilizzare quanto accaduto come vera e propria “arma” per personali campagne.
Proprio un’analisi, apparentemente innocente, ha scatenato l’ira della stessa Parigi. Il canale statunitense Fox news, infatti, a seguito dell’attacco alla redazione di Charlie Hebdo, ha diffuso la notizia secondo la quale alcune zone della capitale non sarebbero accessibili a persone di religione non musulmana, rendendo semplice l’individuazione di tali zone tramite l’utilizzo di cartine. Si tratta delle “no-go zones”: quartieri nei quali sarebbe la Sharia a regolare la vita quotidiana. Tra queste, anche la via del 9° arrondissement, un quartiere già noto per la sua “vita notturna”, ma anche il 18°, che include la zona di Montmartre.
Reazioni esasperate. Il risultato di tale affermazione è stato inaspettato: un dramma. Le prime critiche sono arrivate dal popolo di Internet, con frecciatine rivolte al canale statunitense di proprietà di Murdoch. Nessuno, però, avrebbe pensato che la municipalità di Parigi sarebbe arrivata a fare causa alla tv. La denuncia è scattata soprattutto per volere dei Verdi, mentre i rappresentanti di destra e centro hanno preferito astenersi.
Quanto riportato è, in effetti, risultato falso e la Fox ha chiesto scusa pubblicamente, ma ciò non è bastato.
Il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, ha spiegato che: «Ciò che c’è in ballo qui non è uno scherzo». Secondo il sindaco, infatti, la città che essa stessa rappresenta è stata offesa e, pertanto, l’unico rimedio possibile ed efficace è citare la Fox in giudizio. Proprio lo scorso mercoledì, il Consiglio comunale di Parigi ha autorizzato la Hidalgo a denunciare il canale Usa per aver insinuato che a Parigi ci siano zone dove i musulmani e la stessa polizia hanno paura ad entrare. Dori Ann Hanswirth, avvocato della Fox, ha definito tale decisione anti-etica e ha annunciato che la Fox farà tutto il possibile per controbattere, secondo quanto disposto dalla legge stessa.
Libertà di espressione. In realtà, la Francia non è l’unico Stato in cui sono state indicate le ormai “celebri” no-go zones.
Per quanto riguarda la Gran Bretagna era stato lo stesso governatore repubblicano della Louisiana, Bobby Jindal, che aveva fatto infuriare il governo della prima affermando: «nelle città inglesi ci sono aree in cui chi non è musulmano non entra e dove vige la Sharia».
Nel frattempo, Lionel Kaplan ha creato “nogozones.fr“: una piattaforma con il fine di riscattare l’immagine di queste zone, dando loro la possibilità di mettersi in contatto con gli abitanti e tentare, così, di invogliarli a visitarle.
Ancora una volta si è caduti, anzi precipitati, nello stesso tranello: dov’è finita la libertà di parola?
I media possono condizionare fortemente l’opinione pubblica e, data questa pesante responsabilità, è necessario che informazioni trasmesse siano verificate in maniera meticolosa.
C’è da chiedersi se l’accanimento del sindaco sia dovuto al considerare la possibilità di no-go zones come un attacco personale: fatto sta che la tanto millantata libertà di espressione valida per Charlie Hebdo non è stata riconosciuta alla Fox.