Elezioni 2013: maggioranza cercasi

Sono dati spiazzanti quelli che gli italiani hanno scoperto minuto dopo minuto ieri con lo spoglio elettorale, chiaro segno di un paese che non trova pace né un governo stabile. Il PD è arrivato primo, ma non ha vinto.

 

Premio di maggioranza alla Camera per il centrosinistra che guadagna 340 seggi, seguito dalla coalizione di Berlusconi con il 29,1% e da Grillo che fa il boom con il 25,5% dei consensi. Inferiore alla aspettative il risultato di Monti, fermo al 10,5%. Se la maggioranza qui è risicata il Senato da conto di un’ingovernabilità vera con una maggioranza del centrosinistra solo formale, numerica, ma che svanisce in termini di seggi. Questi i freddi dati, che però raccontano di un paese frammentato, incerto, che potrebbe a breve tornare al voto.

Al di là delle coalizioni, il primo partito alla Camera è il M5S, che ha catalizzato la delusione sia a destra che a sinistra. Ci si aspettava uno tsunami ma forse non con un’onda così alta. Il nostro spaesamento ha già raggiunto le orecchie dell’Europa e si è tradotto in un crollo delle borse: Milano ha chiuso con un tonfo a -4,89.
Le sorprese sono state tante. È incredibile che nella Provincia de L’Aquila abbia vinto Berlusconi, che disse ai terremotati che dopotutto stare senza una casa è un po’ come stare in campeggio, e dopo quattro anni il campeggio non è ancora finito. È incredibile che sia stato rieletto Domenico Scilipoti. Ma è inutile limitarsi a sorprendersi delle strane scelte dei cittadini senza che i partiti facciano un mea culpa. Il centrosinistra pensava a cuor leggero di avere gioco facile e invece ha amaramente ammesso Bersani: “Siamo arrivati primi ma non abbiamo vinto”. Non ha vinto un partito che non può garantire governabilità al paese.

E allora che si fa? Si va a caccia di soluzioni. Berlusconi apre al Pd in cerca di una larga intesa, ma Bersani risponde picche a “balletti di tipo diplomatico-politico, che non rispondono all’esigenza di cambiamento”. Il Movimento 5 Stelle dice sì a valutare di volta in volta i provvedimenti, senza sapere che c’è bisogno di una fiducia di base affinché sia possibile governare. Si intravede la possibilità di un “governo di scopo“, com’è stato definito da un dizionario che deve continuamente riadattarsi a una materia instabile, che cambi finalmente la legge elettorale, questo Porcellum che nessuno si decide a smantellare, per poi tornare alle urne. Sempre che questa Italia possa ancora permettersi balletti del genere.

Spinoza.it ironizza sul fatto che ad aver vinto le elezioni è la Ryanair, a giudicare dai giovani che hanno deciso di espatriare. Se non si capisce chi ha vinto le elezioni 2013, è invece chiaro chi ha perso.

di Francesca De Leonardis

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