In penombra di Andrea Alfano al Museo Crocetti
In questi giorni il Museo Crocetti di Roma (Via Cassia 492) presenta una selezione significativa delle opere di Andrea Alfano appartenenti alla collezione Di Vietri. Si tratta di trenta dipinti eseguiti fra gli anni dieci e cinquanta del Novecento e conservati per oltre mezzo secolo nella casa dell’amico e medico personale Vincenzo Di Vietri, che gli è stato accanto fino agli ultimi anni di vita. Il rapporto tra Alfano e la famiglia di Vincenzo Di Vietri è documentato da questo corpus di opere. Da “Fanciulla sorridente” a “Bambina con i riccioli” ai ritratti della famiglia Di Vietri: “Ritratto della signora Fernanda Santovetti Di Vietri”, “Ritratto di Vincenzo Di Vietri”, “Ritratto di Toni Di Vietri”, “Ritratto di Ida Di Vietri”, “Ritratto di Anna Di Vietri” e “Ritratto di Raffaella Di Vietri” fino a “Volto di ragazza” e “Volto di bambina”.
Come scrive il critico d’arte e curatore della mostra Tonino Sicoli: “L’amico-medico-padre di famiglia, la sua famigliola con le nuove generazioni diventano per Alfano una “casa” ovattata, un motivo d’ispirazione per il suo mondo visionario popolato di visi attoniti, occhi smarriti, corpi asciutti. Non c’è scena di contorno, né contesto narrativo ma tutto è giocato sull’efficacia della fisionomia e del linguaggio corporeo. Un’intensità emotiva investe lo spazio intorno ai personaggi che, alla sera della vita, accompagnano l’esistenza del pittore, filtrando ricordi fra la cecità fisica e le nebbie senili”.
Un pittore impressionista che muove da una realtà vista in penombra, dipingendo volti delle persone senza che siano posti in alcun contesto. Alfano si colloca quindi nella scia della tradizione artistica italiana a partire dal naturalismo in chiaroscuro del Seicento alla pittura romantica e verista, rinnovata da spunti di cultura europea. L’influenza di Daumier e di Courbet, ma anche del realismo sociale di Pellizza da Volpedo o dell’energico tonalismo neobarocco di Scipione gli fanno preferire una pittura calda e tonale, fatta di atmosfere velate e di partecipazione solidale.
Nato a Castrovillari nel 1879, volge dapprima il suo sguardo al mondo degli umili di cui sa cogliere, oltre che la maschera umana, emozioni e sentimenti. Nei volti vede stampati i segni della vita, le storie affaticate degli emarginati, le espressioni toccanti dei popolo. Poi va a Roma dove frequenta l’Accademia di Belle Arti fino al 1903 anno in cui decide di lasciare gli studi per continuare la sua formazione da autodidatta, scelta maturata in contrapposizione all’eccessivo rigore delle Accademie apostrofate dallo stesso artista come un “baraccone di non arte”. La sua prima mostra è del 1906 quando espone alla 76esima Esposizione Internazionale della Società Amatori e Cultori di Belle Arti, assieme a tanti altri artisti ancora sconosciuti ma di grande avvenire come Balla, Boccioni e Severini. Colpito da una grave depressione e diventato quasi cieco, Alfano muore a Roma nel 1967 all’età di ottantotto anni assistito solo dal suo medico di famiglia Vincenzo Di Vietri. “Alfano accarezza con una pittura immateriale-scrive Tonino Sicoli- le care persone che hanno accompagnato la sua solitudine degli ultimi anni consumando un rituale di grata annessione alla sua dimensione eterna d’artista”.
Nel Museo Venanzo Crocetti è anche possibile ammirare le opere dello scultore abruzzese realizzate in oltre settant’anni di attività. Tra le opere ci sono “La Maddalena” e “La Modella in riposo”. L’ingresso è gratuito.