Immaginatevi un palco immerso in un buio pesto, a lato un leggio tenuto tra le mani da Ermanna Montanari, attrice e autrice del testo, dietro le sue spalle una scrivania con alcuni oggetti. L’attrice inizia a parlare e la storia ha inizio: “nel casolare in cui vivevo da bambina c’era una stanza al pianterreno che si teneva sempre chiusa, chiamata in dialetto la cambra da rizèvar, la camera si apriva solo due volte all’anno, a Pasqua e a Natale, per accogliere i parenti tutti abbigliati nei loro goffi vestiti della domenica. La camera da ricevere era diventata il nascondiglio dove, senza essere vista, potevo confidare le mie avventure canterine e i miei travestimenti che da lì iniziarono a prendere forma. Un luogo buio, denso d’insidie.” Così, quasi per magia, senza nemmeno accorgercene, siamo catapultati in quella che ora capiamo essere la stanza da ricevere. Ermanna Montanari in questo spettacolo ripercorre le tappe del suo personale universo teatrale attraverso alcuni dei suoi personaggi, forse quelli più legati a lei. Il pubblico prende parte alla performance trasformandosi in un bambino curioso, che attraverso il buco della serratura spia la nascita della creazione dei personaggi dell’attrice. Fatima asina parlante, Belda veggente romagnola, Rosvita dalla squillante voce, l’istupidimento di Alcina, l’afasia di Arpagone. Personaggi che si materializzano sul palco grazie all’interpretazione di Ermanna Montanari, che con il solo ausilio di alcuni oggetti riesce a impersonificare quella figure intrise di personalità che in quel momento si trovano realmente lì. Oltre la magistrale interpretazione dell’attrice, una nota di riconoscimento va assolutamente assegnata al tecnico delle luci responsabile della loro sequenza durante l’esecuzione dello spettacolo teatrale, attraverso quelle radiazioni luminose è riuscito, come in un dipinto di Caravaggio, a generare una funzione costruttiva e simbolica delle scene, ad accrescere l’intensità della performance e a far emergere le figure con una grandissima forza espressiva. La camera da ricevere sarà al Teatro Due Roma fino all’8 febbraio ed è lo spettacolo che apre la rassegna “A Roma! A Roma!” a cura di Francesca De Sanctis. L’ambizione della rassegna, che fino al 29 febbraio ospiterà 12 compagnie, tra attori con una lunga carriera alle spalle e artisti più giovani, è quella di cercare di riportare nel contesto teatrale romano una brezza di novità.