Loris Stival: “Quella casa era un inferno”

La tranquillità che caratterizzava la sua casa e che è stata sempre decantata da Veronica Panarello, la mamma del piccolo Loris Stival, in realtà non è mai esistita. A Santa Croce Camerina, nel ragusano, infatti sembrerebbe secondo le ultime notizie trapelate che nella casa non regnasse un ambiente tranquillo e sereno, ma anzi un vero e proprio “inferno”, fatto di grida e urla, che avrebbe addirittura portato Loris a perdere 4 kg in pochi mesi. Un inferno. I vicini della famiglia hanno descritto queste cose agli investigatori, raccontando quanto accadeva nella casa di Loris Stival. Al centro dei racconti c’è sempre Veronica Panarello, la mamma del piccolo, in carcere dall’inizio di dicembre con l’accusa di avere ucciso suo figlio. I vicini dicono che la donna “Urlava per ore contro i figli e contro il marito”, da come emerge nelle testimonianze raccolte nell’ordinanza del Riesame di Catania.

Nelle testimonianze ci sono i racconti di chi abitava lì vicino a loro, sicuramente non sembra una famiglia tranquilla o serena, ma anzi ne emerge un quadro con moltissime tensioni: “Nei pomeriggi in cui non lavoravo sentivo la Panarello urlare contro i suoi figli e una volta fu chiaro il rumore di sedie e altri oggetti sbattere per terra”, dice un vicino. Le parole più pesanti e dure erano contro Loris: “Lo apostrofava con parole pesanti”, se si pensa che stiamo parlando di come si rivolgeva una mamma al suo bambino sicuramente si rimane rattristati. La realtà alquanto drammatica è confermata anche dalle parole della mamma di un amichetto del piccolo Loris, il quale sembrerebbe essere scappato di casa, dopo aver assistito ad una lite. La scorsa estate suo figlio andò a giocare a casa Stival, ma dopo dieci minuti scappò. “Era spaventato, disse che la mamma di Loris urlava sempre contro suo figlio, arrivò addirittura a definirla una pazza”. Un profondo malessere che conferma la personalità di Veronica descritta dagli inquirenti come “fragile”, oppressa dalle “problematiche irrisolte della famiglia di origine e dalla piatta quotidianità alla quale cerca di reagire”.

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Ci sarebbe poi un ultimo dettaglio, agghiacciante. Riguarda proprio Loris e i suoi ultimi giorni di vita. “Era un bambino esile e con scarsa crescita”, si legge nell’ordinanza. Ma nell’ultimo mese prima del suo omicidio accadde qualcosa che aggravò la situazione. “Secondo le indicazioni della pediatra, in base alle visite fatte, scrivono i carabinieri in una nota del 12 dicembre , il peso di Loris era di 17,3kg il 24 settembre e 13,3kg il 13 ottobre”. Quattro chili persi in venti giorni. Sicuramente di chiarezza sul caso c’è da farne ancora molta, per ora rimane la certezza che questo bambino oltre ad essere ucciso in un modo brutale viveva una vita travagliata; c’è anche da dire che bisognerà attendere prima di capire se sia stata detta tutta la verità.