Isola dei Famosi: la noia dopo la tempesta
A questo punto è chiaro: la natura non si scomoda mai invano. Dalla sera del 2 febbraio 2015 il popolo televisivo italiano è detentore di questa somma verità, fino ad ora solo intuita grazie ad un’abbondante letteratura biblica a riguardo. Perché ciò che sembrava una normale tempesta tropicale, casualmente e sfortunatamente abbattutasi sulla location della nuova edizione de “L’Isola dei Famosi” proprio in occasione della prima puntata, adesso sappiamo essere stato in realtà un avvertimento divino riassumibile nella frase: “lasciate perdere, quest’anno non è cosa”. I vertici Mediaset – a quanto pare poco attenti a simili segnali – si erano limitati, in quell’occasione, a fare una breve puntata (anzi, un collegamento, come precisato da un’impreparata Alessia Marcuzzi) per posticipare il “vero inizio” di 7 giorni. E così, 7 giorni dopo, purtroppo per noi, il “vero inizio” è arrivato. Ed è stato triste. E noioso. Molto triste e molto noioso, in effetti.
Ad assistere all’involuzione soporifera di uno dei reality più fortunati del recente passato di Rai 2 sono stati 5.534.000 spettatori, con uno share pari al 26. 87% – numeri di cui gioisce il direttore di Canale 5 Giancarlo Schieri, dimenticandosi di sottolineare che, dei 13.776 commenti sulla pagina ufficiale Facebook e 200.000 tweet gravitati attorno alla trasmissione, una più che cospicua parte sono dedicati alla presa in giro dei vari momenti di una serata che si è retta sul nulla. Ad essere onesti, alcune cose positive ci sono state. Ad esempio, gli opinionisti Mara Venier e Alfonso Signorini nei momenti di silenzio si intonavano molto bene al resto della scenografia e il vestito della Marcuzzi, nelle inquadrature a mezzo busto, era piuttosto di buon gusto. Tuttavia, riconosciuti questi meriti e il fatto che Alvin come inviato sul campo abbia un senso, il resto ha avuto il sapore di un teatrino mal riuscito, il gioco di prestigio di un pessimo illusionista che ha svelato clamorosamente i suoi trucchi mostrando impietosamente come la televisione sia, anche e soprattutto nel reality, pura finzione. Forse per questo la Marcuzzi ha sentito il bisogno di ridere all’80% delle frasi da lei pronunciate, sottolineando in molteplici occasioni quanto il tutto fosse molto, molto divertente. O forse è stato per supportare il tangibile clima artefatto dello studio che Signorini e Venier si sono impegnati nel trovare battutine al veleno da rivolgere ai naufraghi prima ancora che questi aprissero bocca e fare osservazioni in gran parte inutili e volutamente (e inutilmente) provocatorie, recitando un copione spesso non sincronizzato con ciò che in quel momento andava in onda. Neanche l’ambiguo ritiro della Spaak – a detta della diretta interessata causato dallo shock subito nella traversata turbolenta della falsa prima puntata ma stranamente annunciato, a detta dello stesso Signorini, dalle pagine di Chi ben prima della partenza dal suolo italico – è riuscito a smuovere gli animi, nonostante gli evidenti tentativi di Marcuzzi&Co di farne “un caso”.
Delle prime due prove propinate ai neoconcorrenti, ricorderemo la grande fuga di Valerio Scanu al cospetto dei granchi e la sfida d’intelligenza non vinta da nessuno. La terza, invece, è un caso a parte e spalanca le porte al mondo dell’inverosimile. Inverosimile che Charlotte Caniggia, costituita per il 60% di acqua e – per sua stessa ammissione – per il 40% di plastica, non si sia liquefatta attraversando le fiamme. Inverosimile che anche tutte le altre concorrenti ingabbiate, nonostante capitate visibilmente più volte a portata di getto infuocato, se la siano cavata con qualche urletto, quando qualsiasi altro essere umano avrebbe passato un brutto quarto d’ora in terapia intensiva. In compenso è stato svelato un lato che non conoscevamo della piccola Cecilia Rodriguez (e ovviamente stiamo parlando della sua pudicizia, tutto il resto lo aveva già ampiamente mostrato su calendari e foto varie). Insomma, un programma in cui si è fatto fatica a restare svegli e a non rimpiangere una qualsiasi delle nove edizioni isolane di casa Rai, senza contare il fatto che, ora che “la prima vera puntata” c’è stata e tutte le grandi e strabilianti sorprese annunciate si sono viste, si può oggettivamente affermare che, agghindando una pozzanghera, avrebbero potuto tranquillamente iniziare il programma una settimana fa. E, considerando che l’unica cosa su cui a quanto pare si potrà puntare saranno delle scontate battutine a doppio senso rivolte a Siffredi, l’appello è solo uno: Rocco, almeno tu, anche questa volta, tieni duro!