Fidel Castro: «Non mi fido degli USA»
L’entusiasmo iniziale provocato dallo storico annuncio del presidente Obama di ripristinare le relazioni diplomatiche con Cuba è stato recentemente smorzato da alcune dichiarazioni di Fidel Castro pubblicate in una lettera su Granma, il quotidiano ufficiale del Partito Comunista Cubano.
Il líder máximo si è congratulato con il fratello Raul per i risultati raggiunti, ha detto di sostenere il processo di disgelo tra Cuba e Stati Uniti, ma si è proclamato diffidente nei confronti della politica statunitense. È sembrato aver preso le distanze su una possibile “americanizzazione” dell’isola: «Difenderemo sempre la cooperazione e l’amicizia tra tutte le genti del mondo, inclusi in nostri avversari politici […] Non mi fido delle politiche degli Stati Uniti, né ho mai scambiato una parola con loro, ma ciò non rappresenta in alcun modo un rifiuto nei confronti di una soluzione pacifica dei conflitti» (fonte: Granma). In definitiva, l’ex Presidente ha approvato l’operato del fratello Raul in merito al riavvicinamento tra i due Paesi, avvenuto «secondo le prerogative e i poteri concessi dall’ Assemblea Nazionale e dal Partito Comunista di Cuba», ma ha conservato un certo scetticismo nei confronti dell’annoso rivale.
La “tardiva” reazione di Fidel Castro ha, peraltro, alimentato le speculazioni sull’autenticità della lettera. Le dichiarazioni arrivano, infatti, dopo oltre un mese dallo storico annuncio dell’amministrazione Obama di voler alleggerire le sanzioni e «normalizzare le relazioni tra i nostri due Paesi e, attraverso tali cambiamenti, creare più opportunità per gli americani e i cubani» (fonte: Casa Bianca). Un embargo che Obama ha difeso come «provvisto delle migliori intenzioni», ma che ha sortito scarsi risultati e fornito al governo castrista un ulteriore fondamento per apportare nuove restrizioni «politiche, sociali ed economiche» nei confronti del proprio popolo. Eppure “l’assenza, più acuta presenza” di Fidel sembra in linea col personaggio che, anche nel 2008, anno delle dimissioni ufficiali, reclamava ancora un ruolo di «soldato nella battaglia delle idee».
Le tensioni tra Cuba e Stati Uniti sono da inscrivere nel clima della Guerra Fredda. I rapporti tra i due Stati si erano incrinati a partire dagli anni cinquanta, quando un gruppo di ribelli capeggiati da Fidel Castro e Che Guevara assursero al potere e condussero Cuba nell’orbita dei Paesi filo-sovietici. La situazione degenerò ulteriormente negli anni sessanta, con l’interruzione delle relazioni con l’Avana, la fallimentare invasione americana nella Baia dei Porci e l’installazione di missili russi sull’isola.
Occorrerà del tempo per smantellare un sospetto cresciuto in oltre mezzo secolo. Nel discorso sulla fine delle sanzioni, Obama ha citato un detto dell’isola di Cuba: «No es facil». Non è facile.
Twitter: claudia_pulchra