E se vostra madre fosse stata su Charlie Hebdo?

Libertà di espressione: un tema controverso quanto antico. Eppure, ancora una volta, è al centro di polemiche che si sono trasformate in una vera e propria dichiarazione di guerra: la strage nella sede del giornale satirico Charlie Hebdo. Un nome, questo, che negli ultimi giorni è diventato sinonimo di libertà, alla quale gli europei sembrano essere particolarmente devoti, tanto da riempire i social network con l’hashtag #jesuischarlie.

Ma chi è davvero Charlie?

Papa Francesco ha espresso la propria opinione sull’argomento: secondo il Pontefice la libertà di espressione deve essere rispettata tanto quanto la libertà di religione. «È vero che non si deve reagire violentemente ma se il dottor Gasbarri, grande amico, mi dicesse una parolaccia contro la mia mamma, si dovrebbe aspettare un pugno: ma è normale!», ha tentato di spiegare Francesco, come al suo solito, nella maniera più semplice possibile, valida anche per chi non ha una fede specifica. Gasbarri è stato preso come esempio poiché, essendo l’organizzatore dei viaggi papali, era proprio accanto al Papa al momento della dichiarazione, nel corso del viaggio verso Manila. La metafora della religione come “mamma” è sicuramente efficace, se intesa come persona dalla quale è dipesa l’esistenza dell’individuo. Del resto, secondo quanto verificatosi tra Materazzi e Zidane nel corso della finale del mondiale di calcio del 2006, i francesi risultano piuttosto sensibili in materia familiare.
Uccidere in nome di Dio non è questione di religione, ma di fanatismo, tanto che, non va bene per nessuna religione, compresa quella cristiana cattolica che in passato ha dato il cattivo esempio. Così come non si è liberi di uccidere, «Non si può provocare e non si può prendere in giro la religione di un altro. Non va bene. Ogni religione ha dignità e io non posso prenderla in giro. Nella libertà di espressione ci sono limiti».

La Francia, però, può tutto. In Francia, forse proprio perché colpita in prima persona, sembra esserci meno spazio per comprensione e perdono. Il ministro della Giustizia francese, Christiane Taubira, grande sostenitrice dei matrimoni gay, ma non degli islamici, è intervenuta nel corso dell’estremo addio a a uno dei vignettisti uccisi dai fratelli Kouachi: «Nel paese di Voltaire e dell’irriverenza abbiamo il diritto di ironizzare su tutte le religioni. Possiamo disegnare tutto, incluso il Profeta». Un’affermazione presuntuosa, ma sicuramente di grande effetto per la popolazione francese, sconvolta dagli eventi. Eppure, quando la giornalista Oriana Fallaci aveva avvertito Francia e francesi che Parigi era destinata a divenire la capitale dell’Eurabia, nessuno l’aveva presa sul serio.
Il presidente François Hollande si è invece mantenuto su una linea più moderata, evitando le generalizzazioni: «Il fondamentalismo islamico si nutre di tutte le contraddizioni, delle povertà, dei conflitti non risolti da troppo tempo, e sono i musulmani a esserne le prime vittime». Inoltre, ha ricordato «Il dovere di solidarietà nei confronti del mondo arabo».

Il Papa su Charlie Hebdo. Le affermazioni del Papa e della Taubira sono chiaramente un “botta e risposta” riguardante la decisione di stampare 3 milioni di copie che sono esaurite in fretta, quando generalmente la tiratura media si aggira intorno alle 40 mila copie. Nel nostro Paese, 260mila copie sono state distribuite da “Il Fatto Quotidiano”, la cui scelta non sorprende affatto. Il New York Times, invece, ha deciso di limitarsi a rendere disponibile il link del sito di “Libèration”, nel caso i propri lettori necessitassero di visualizzare la copertina che ha scatenato tanto clamore.
Del resto, in passato, l’Hebdo non si è solo limitato a ritrarre immagini del Papa stesso. Erano infatti presenti raffigurazioni di Dio, Gesù Cristo e Spirito Santo, i quali non erano intenti a pregare, bensì nell’atto di compiere pratiche sessuali; una vera e propria orgia omosessuale incestuosa. Se non è un’offesa questa, non vedo cosa possa esserlo, poiché frantuma in un solo colpo molti dei principi basilari della Chiesa. Ecco, provate ora a sostituire una delle tre immagini con vostra madre.
È chiaro che nessuno, o quasi, in piena crisi editoriale, ha realmente interesse nel comprare un giornale rappresentante immagini sacrileghe: si tratta semplicemente di reazioni di quanti vogliono gridare ai fondamentalisti e al mondo intero «Io non ho paura», quando invece di paura ce n’è molta. Ciò che è certo è che, diffondere immagini sacrileghe, non risolverà la situazione e, a lungo andare, non sazierà la sete di rivincita del popolo europeo. La convivenza tra culture tanto diverse sarà possibile solo se verranno rispettati due punti fondamentali: rispettare gli altri ed esigere rispetto.

Papa Francesco
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