Il master fantasma, l’autogol di Giannino

A cinque giorni dalle elezioni Oscar Giannino rischia di dover fare un passo indietro, spinto dallo scandalo di un Master mai fatto inserito nel suo curriculum vitae, balla denunciata dal suo ormai ex braccio destro Luigi Zingales. Un brutto autogol per tutto il partito, che rischia un oscillamento nelle percentuali.

L’ultima settimana di campagna elettorale è quella in cui i candidati cercano di sparare le cartucce migliori e conquistarsi i voti degli indecisi ma continua a distinguersi, suo malgrado, l’eccentrico Oscar Giannino, ritrovatosi al centro di una bufera per aver inserito nel suo cv un Master all’Università di Chicago in realtà mai fatto. Robetta rispetto a quello a cui siamo abituati? Forse, ma non per Luigi Zingales, ormai ex esponente di Fare per Fermare il declino e professore proprio nell’università in questione. In America l’accountability, ovvero la necessità e possibilità di render conto agli altri del proprio operato, forse conta ancora qualcosa, in Germania basta una tesi scopiazzata a condurre dritto dritto alle dimissioni, ma l’Italia è un’altra cosa e le considerazioni da fare sono diverse.

Zingales ha lanciato il sasso dalla sua pagina Facebook, su cui ha affermato di aver rassegnato le sue dimissioni da Fare dopo aver scoperto che Giannino aveva mentito sulle sue credenziali accademiche “dichiarando di avere un Master nella mia università anche se non era vero. Anche la sua biografia presso l’Istituto Bruno Leoni ora prontamente rimossa riportava credenziali accademiche molto specifiche e, a quanto mi risulta, false. Questo è un fatto molto grave”. Giannino piuttosto che assumersi la colpa della bufala ha dichiarato che il suo errore è stato non aver controllato quello che circolava in rete e che il “curriculum sbagliato sul sito dell’Istituto Bruno Leoni è dovuto a un giovane stagista che ha preso e messo dentro quanto trovato su Wikipedia” (fonte: Corriere.it). Diversamente dall’audio mandato in onda a “La Zanzara” si sente un Giannino che afferma di aver preso un Master alla Chicago Booth School of Business (http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=a_v5cARq5qE).

Per evitare che il peso dello scandalo gravi sul partito, Giannino ha reso noto con una lettera aperta pubblicata sul sito di Fare che è pronto a un passo indietro e a rinunciare al seggio in caso di elezione, se così deciderà la direzione del partito. Ma la questione non è tanto quale motivazione abbia spinto un affermato studioso ed economista a volersi fregiare di un titolo accademico quanto piuttosto come gli elettori valuteranno la cosa. Abituati a ogni tipo di menzogna e ritrattazione non si lasceranno scuotere più di tanto o si sentiranno traditi? C’è chi conserva la consueta faccia di bronzo e rimbecca Giannino con disinvoltura, come Berlusconi. Il bue che dice cornuto all’asino.

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