V day. London Fashion Week
Martedì 19 febbraio, è l’ultimo giorno della settimana della moda londinese. Gli appuntamenti continuano ad aumentare e l’ansia dell’ultimo momento si fa sentire.
Sono le 9 del mattino e la prima sfilata è quella di Simone Rocha, giovane stilista figlia di John Rocha entrata nel fashion system tre anni fa. Definisce il suo stile “moderno, forte e romantico”. I primi outfit sono di un rosa pastello che ricorda una lontana innocenza e un’infantile purezza. Si passa al nero, forte e intrigante, per poi tornare al rosa, questa volta più chiaro e affiancato dal bianco. Occhiali e veli si alternano, in un secondo momento sono sostituiti da voluminosi tessuti in pelliccia e piuma. Torna il nero, ancora più ammaliante e misterioso. Una parola per descrivere la collezione? “My grandmother”.
Roksanda Ilincic è una new entry. Anche lei dalla Central St Martins come la maggior parte dei designer della London Fashion Week, il suo autunno-inverno 2013 2014 è caldo e candido, ricoperto da piume e affiancato da lunghi abiti affusolati. Fluidità e silhouette sono poi accentuate da decorazioni e dettagli eclettici e innovativi. Fanno capolino tonalità sgargianti e tessuti moderni che stranamente non cambiano la linea della collezione, armoniosamente coerente. Si passa alla Spagna da cui proviene Emilio de la Morena, “sculptural chic”. Protagonisti della collezione sono colore e taglio: il primo viaggia da un’emozione all’altra lasciando sensazioni di calore ed energia, l’altro è espressione di desiderio di differenziarsi e innovazione creativa. Il fashion designer sorprende il pubblico grazie alla capacità di creare outfit ricercati, sensuali e sofisticati.
Niente moda, è costume ciò che propone Meadham Kirchhoff , duo creativo franco-inglese formato da Edward Meadham e Benjamin Kirchhoff. “Non abbiamo una firma, piuttosto una scrittura. Ci piace raccontare storie in modi diversi”. Il prossimo inverno Meadham Kirchhoff è unicamente in bianco e nero e, percorrendo il “concept of devotion” ricorda uno stile vittoriano attualizzato, anzi capovolto in un futuro sconosciuto, immaginario. Si spera. Di tutt’altra filosofia è Ashish (Gupta) che presenta un AW13 “visivamente ironico, urbano, da lavoro”. Anche lui ci proietta nel futuro ma questa volta ciò che si nasconde dietro la realizzazione è completo ed equilibrato. “Paillettes, glamour, sport e più paillettes”, è così. Nessun capo ha un senso ma affiancati l’uno con l’altro raccontano una storia. E con il racconto di Ashish si chiude la London Fashion Week.