Italo: il cane che divenne il simbolo di un paese
Uscirà nelle sale il 15 gennaio il film diretto da Alessia Scarso, Italo, liberamente ispirato alla singolare storia del cane che scelse di trascorrere gli ultimi anni della sua vita in quel bellissimo paesino sito sulla via Mormina Penna in provincia di Ragusa, patrimonio Unesco dal 2002: Scicli.
Dopo un brutto episodio che aveva visto protagonisti un branco di randagi e un bambino in questa piccola e ridente località della Sicilia tutti i cani vennero catturati e fatti sparire dalle strade lasciando nei cittadini una sorta di timore ed ostilità nei confronti di queste creature che, a ragione, continuano ad essere considerate i migliori amici dell’uomo. Quando il paese era ricaduto nel suo abituale torpore, d’improvviso, una nuova presenza si prese la briga di turbarlo nuovamente, questa volta però con un esito del tutto diverso ed inaspettato.
Le architetture settecentesche tardobarocche, la pietra dura delle grotte nelle cave naturali scavate dai secoli, puntualmente immortalate da una volenterosa regia, fanno da sfondo ad una straordinaria amicizia tra Carmelo, detto Meno, bimbo taciturno e difficile e Italo cane randagio che irrompe gioiosamente nella quotidianità pigra di Scicli. Nessuno conosce il passato di questo adorabile animale in cerca oltre che del cibo per sfamarsi, di persone a cui elargire le sue attenzioni. Attorno a questo legame speciale ruotano gli altri personaggi tesi a connotare l’identità di questa composita comunità: il sindaco vedovo e padre di Meno (Marco Bocci), la sua rivale politica (Barbara Tabita) i vecchi del paese sulle loro consuete panchine, le comari pettegole e la maestra (Elena Radonicich) venuta dal nord e per questo considerata “straniera”.
Il film sebbene intessuto di stereotipi, con leggerezza e umorismo, stempera la reticenza con cui spesso viene identificata questa terra così solare rivelando «l’arguta autenticità dei suoi abitanti».
Terminata la visione, dopo aver assistito ad una strana commistione tra realtà e fantasia, vengono in mente le ultime parole che concludono uno dei meravigliosi racconti di Parise: «I cani hanno un anima». L’amabile Italo ne è un’altra indimenticabile testimonianza.