Juve da antologia, Celtic al tappeto
È una Juventus irriconoscibile, quella che ha abbattuto il Celtic. Attendista, granitica in difesa, micidiale in contropiede. Ma soprattutto cinica, come mai l’avevamo vista: tre occasioni, tre gol.
Tre incursioni letali in mezzo ad un monologo biancoverde fatto di pressing forsennato e agonismo in perfetto stile british. La squadra di Lennon possiede gli attributi, ma manca di qualità. È comunque un collettivo di tutto rispetto: qui il Barcellona ha perso, qui le italiane non vincevano dal ’69, anche perché il Celtic Park è il classico dodicesimo uomo in campo. Anche per questo Conte ha dimostrato di aver preparato la partita curando i minimi particolari. I suoi uomini dialogano nello stretto, in mezzo al fuoco nemico, e verticalizzano improvvisamente: è la chiave del primo gol. Sarà la chiave della vittoria.
Neanche il tempo di prendere confidenza col divano che la Juve trova il gol nel modo meno juventino immaginabile: in contropiede, e alla prima (e unica) occasione. Peluso calibra il lancio, Matri lavora di fisico e segna anticipando Forster, nonostante la grafica Uefa abbia bisogno di una decina di minuti per assegnargli la marcatura (Marchisio aveva ribattuto in rete dopo il salvataggio di Wilson). Per il momento è l’unico guizzo della squadra di Conte. Il resto del primo tempo infatti è un assedio scozzese, con i guantoni di Buffon sempre caldi, e col fischietto dell’arbitro sempre in azione per frenare gli eccessi d’agonismo degli scozzesi.
Nella ripresa la musica non cambia. Il Celtic pressa e attacca, e in un paio di occasioni la Juve va anche in affanno. Peccati veniali. Perché nonostante gli sforzi profusi gli scozzesi non riescono mai ad impensierire seriamente Buffon. Così ai bianconeri basta azzeccare una seconda ripartenza per mettere in ginocchio i padroni di casa. E stavolta il gol è tutto di Marchisio, che sulla trequarti dialoga a velocità supersonica con Matri, dribbla un difensore e gonfia per la seconda volta la rete giusta. Il Celtic si scopre senza più carburante, non si rialza più. Marchisio (uomo partita?) può infierire ancora rubando palla al disastroso Ambrose (una calamità calcistica) e offrendola con tutti i crismi a Vucinic, che corona nel migliore dei modi una prestazione da top player. 3-0. Salvo clamorosi suicidi (che comunque nel calcio avvengono abbastanza spesso), la Juve è già ai quarti.