Decreto Milleproroghe: niente blocco sfratti per il 2015

Nessun regalo di buon anno per gli inquilini con contratto d’affitto scaduto: il testo del decreto Milleproroghe, varato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 24-12-2014 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 31-12, parla chiaro…anzi non parla! Non vi è, infatti, accenno alcuno alla ormai consueta proroga del blocco degli sfratti. Il Ministro Maurizio Lupi, d’altronde, aveva già chiarito al momento dell’approvazione del “Piano Casa” di essere contrario al vecchio rito dell’allungamento dei termini per gli sgomberi in quanto all’interno del piano stesso sarebbero stati incrementati i “fondi affitti” e “morosità incolpevole” che complessivamente prevedono uno stanziamento di 446 milioni di euro a sovvenzione economica.

Ma è proprio questa giustificazione fornita dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che scatena le critiche delle associazioni di categoria degli inquilini, tra le quali l’Unione Inquilini e il Sunia (Sindacato degli inquilini), che avevano chiesto con forza un altro anno di stop per evitare che circa 30 mila famiglie italiane rischiassero di essere buttate per strada. Una cifra che desta forte preoccupazione, come sottolinea Daniele Barbieri segretario generale del Sunia: “La categoria di inquilini questione non è interessata dai fondi di cui parla il ministero”. Si tratta di persone che “pagano regolarmente, non di morosi il loro problema sta in un contratto di affitto scaduto che da oggi non sarà più rinnovato. Ovviamente non sono famiglie che vogliono restare nella casa in cui sono perché particolarmente attratte da quell’abitazione, ma perché non sono nelle condizioni di poter trovare sul mercato un altro alloggio adeguato alle loro ristrette possibilità”.

L’Unione degli inquilini, prima dell’uscita del Decreto Milleproroghe aveva inviato una “lettera aperta” al Premier Matteo Renzi appositamente per chiedere di inserire la proroga nel testo sottolineando che si sarebbe trattato “di una proroga che riguardava una singola fattispecie di sfratti, quelli per finita locazione (quindi escludeva sia la morosità, oggi causa prevalente delle sentenze, sia la necessità per il proprietario di riavere l’alloggio) e interessava esclusivamente un numero limitato di famiglie”. Ovvero, precisa, “i nuclei con redditi complessivi lordi inferiori a 29 mila euro e contemporanea presenza di anziani, minori, portatori di handicap gravi, malati terminali”.

Si tratterebbe di famiglie concentrate, secondo il sindacato, soprattutto nelle grandi aree metropolitane, come Roma, Napoli, Milano, Torino. Il segretario generale del Sunia avverte che darà battaglia: “chiederemo ai prefetti di non concedere forza pubblica per questo tipo di sfratti e poi ci impegneremo affinché in sede di legge di conversione del decreto venga inserita la proroga”.

L’unica associazione che guarda di buon occhio e apprezza il provvedimento governativo è Confedilizia e lo si evince dalle parole del suo Presidente, Corrado sforza Fogliani: “Il governo ha rotto la rituale liturgia, sarebbe stato il trentunesimo blocco degli sfratti, in ragione di più di uno all’anno dall’infausta legge dell’equo canone, che non risolse alcun problema ma nel contempo ne creò tanti. Confidiamo che il governo, contro ogni suggestione, terrà ferma la decisione in sede di esame del decreto Milleproroghe, dove potrebbe riaffacciarsi qualche posizione di pericolosa demagogia”.