Ecco l’Italicum
Nella lunga notte parlamentare dello scorso 19 dicembre che ha visto i lavori fermarsi, ripartire, arenarsi di nuovo per poi terminare dopo ben 22 ore, si è consumata la battaglia per l’ approvazione della legge di stabilità, ma è stata anche incardinata la proposta per la nuova legge elettorale. L’Italicum dunque tornerà in Senato i primi di gennaio. Cerchiamo dunque di capire come voteremo alle prossime elezioni e i punti salienti dela nuova legge.
Innanzitutto il sistema sarà proporzionale, quindi i seggi saranno assegnati in proporzione ai voti effettivamente ricevuti. Verranno inolte modificate le soglie di sbarramento per entrare in parlamento atte ad evitare il proliferare di un numero troppo elevato di gruppi seduti in aula: per i partiti in coalizione la soglia è del 4,5%, il 3% per i partiti non coalizzati e il 12% per l’intera coalizione. Sulle soglie ricordiamolo si è molto discusso nelle stanze dela Patto del Nazzareno, l’asse Renzi-Berlusconi che di fatto ha imbastito la nuova legge elettorale.
Per quanto riguarda il premio di maggioranza, strumento atto a garantire la governabilità, verrà assegnato alla lista che otterrà almeno il 40% dei voti (prima la soglia era del 37%) e a cui verranno automaticamente assegnati il 55% dei seggi ovvero 340 su 617 (sono esclusi dal conteggio i seggi della Valle d’Aosta e quelli votati all’estero). Nel caso in cui nessuna lista dovesse raggiungere il 40% si andrebbe al secondo turno di votazioni per assegnare il premio di amaggioranza e vi accedono i partiti che hanno ottenuto il maggior numero di voti al primo turno. La vittoria al secodo turno prevede l’assegnazione del 53% dei seggi (327).
La previsione del governo è quella di tornare a votare nel 2018 data in cui gli elettori sperimenteranno il nuovo metodo elettorale, escludendo dunque ogni ipotesi di voto anticipato. La legge elettorale vigente, ricordiamolo, è il Consultellum, ovvero la Legge 270 del 2005, Legge Calderoli, meglio nota come Porcellum e modificata dalla sentenza della Corte Costituzionale. Se dunque nella più nera della ipotesi dovessimo tornare a votare prima che la legislatura faccia il suo natuale corso, si tornerebbe in automatico al Consultellum essendo una legge autoapplicativa. Staremo a vedere il 7 gennaio eventuali modifiche e dibattiti.