The People’s Kitchen: Food by the people for the people
Haggerston, Londra. Sono le tre del pomeriggio e come ogni domenica People’s Kitchen apre le porte. Tutti ammessi purché accompagnati da creatività, entusiasmo e voglia di cucinare, o almeno ci si prova.
È il momento dei cosiddetti volunteers, ragazzi provenienti da tutto il mondo che insieme danno vita a The People’s Kitchen, trasformando il cibo precario in piatti international. Dalle empanadas argentine al broccolo crudo dotato di english humor – è noto a tutti che la cucina inglese lascia molto a desiderare – fino ad arrivare all’ineguagliabile re della cucina, il rigatone. Il tempo stimato corrisponde a tre ore durante le quali tra foto, musica e traffico di burro, carote, cucchiai, mele e pentole i volunteers organizzano – e realizzano – la cena.
“Join the people’s revolution” è il motto di The People’s Kitchen, una community in tutto e per tutto: partendo dalla ribellione contro lo spreco del cibo – in UK venti milioni di tonnellate ogni anno – promuove l’alimentazione vegana e vegetariana a favore del tanto in voga healthy and safety food. I carnivori comunque sono ammessi nonostante debbano dimenticarsi almeno per un giorno l’odore e il sapore di una bella bistecca. Stiano certi comunque che una volta usciti da People’s Kitchen lo stomaco non brontolerà. Ma che si intende per cibo precario? A primo impatto il suono della parola è tutt’altro che piacevole ma non significa scaduto. È quel cibo che scadrà se The People’s Kitchen non lo cucinerà, è quel cibo che si unirà ai venti milioni di tonnellate annuali di waste food in UK se The People’s Kitchen non gli darà motivo di esistere.
Pela, sbuccia, spremi, taglia… Più culture, mani e menti rendono l’atmosfera piacevolmente divertente ed eclettica. È semplice, basta uno spazio possibilmente grande dotato di acqua ed elettricità, il tutto mescolato a 120 ml di collaborazione, mezzo bicchiere di fantasia e 50 g di entusiasmo. Alla fine chi mangia? Tutti, basta sborsare la modica cifra di tre pound e la cena è servita. Anzi vi servite, cercate un posto dove sedervi, vi abbuffate e lavate anche il vostro piatto. Ancora non siete soddisfatti? Aspettate le otto per assistere – e partecipare – a una dimostrazione di capoeira per poi salire al piano superiore e vedere un documentario tipicamente english. Nel frattempo la vecchia dining room si è trasformata in un pub. Siete i benvenuti.