Fabrication Laboratory, o più semplicemente FabLab, sono dei luoghi in cui i sogni possono diventare realtà, o per lo meno la propria creatività. Sono dei laboratori in cui il mondo digitale incontra quello reale per dar vita a qualcosa, ad un oggetto che prima non esisteva, o magari era stato solo immaginato.
I FabLab sono nati nel 2001 al MIT, Massachusetts Institute of Technology, da un’idea del professore Neil Gershenfeld, che ha ricevuto un finanziamento per aprire un Center for bit and atoms. Uno dei pilastri di questa innovazione era di trasformare, appunto, i bit in atomi, i disegni o i progetti realizzati al computer diventavano prototipi reali. Questi tipi di laboratori, infatti, permettono di auto produrre utensili o di imparare nuove tecnologie, tutto questo grazie ai macchinari che si trovano al loro interno come stampanti 3D o macchine al taglio laser. Ma la qualità di maggiore interesse è che sono luoghi aperti a tutti, non ci sono restrizioni chiunque vi può accedere, che siano studenti, programmatori o designer. Si potrebbe pensare anche ad una sorta di coworking, dove le persone lavorano insieme, si scambiano idee, imparano l’uno dall’altro, tanto che esistono delle Creative Commons, delle licenze per far lavorare sui propri progetti anche gli altri utenti. Questi laboratori hanno e offrono alle persone una serie di programmi open source per la progettazione, la grafica o il ritocco fotografico. Altra caratteristica molto importante, oltre la diffusione delle conoscenze digitali e dell’autoproduzione, sono i costi molto bassi per creare gli oggetti, la flessibilità, la personalizzazione e i bassi livelli di investimento.

stampante 3d
L’Italia, non è da meno e ha abbracciato questa nuova realtà, tanto che sul gruppo di Facebook dei FabLab italiani si contano 36 laboratori. Due date importanti sono il 2011, quando a Torino nasce il primo laboratorio italiano e il 2012, dove a Roma durante la manifestazione WorlWideRome si sono raccontate le storie in diretta streaming di chi si stava affacciando a questa nuova realtà ancora poco conosciuta in Italia. Un nuovo modo per combattere la disoccupazione giovanile, creando dei nuovi posti di lavoro nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. I FabLab, sono entrati anche nelle scuole, lo dimostra un progetto, FanLab a scuola, che coinvolge gli istituti del nord est italiano, voluto da Fondazione Nord Est e sostenuto da UniCredit, DWS Systems e Roland . Gli studenti potranno compilare un form in cui spiegano il loro progetto e lanciare poi una campagna di crowdfunding, per trovare dei finanziamenti, coinvolgendo tutti dalle famiglie ai makers professionisti, campagna che verrà attivata direttamente sul sito del progetto. L’introduzione di queste realtà negli istituti superiori ha un ruolo importante nella crescita del territorio, oltre naturalmente a far sì che gli studenti si affaccino al mondo del lavoro prima della fine degli studi.

Fonti: Cliclavoro, FabLab a scuola