NBA: sprofonda New York
Ennesima sconfitta dei Knicks, vicini al record negativo ed alle prese con il dubbio Anthony. Dallas travolge Cleveland, ancora priva di LeBron. Serata di gloria per Kobe, mentre Detroit sta vivendo un paradosso. Gran momento di Phoenix, Toronto aspetta DeRozan e Miami rialza la testa contro Brooklyn.
New York è tradizionalmente una delle città maggiormente legate al basket. Ha due squadre dopo il trasferimento dei Nets a Brooklyn, ma i più amati sono sempre i Knicks. Il proprietario James Dolan è tra i più munifici della lega, la stagione 2012/13, con la semifinale di Conference e J.R.Smith miglior sesto uomo sembrava promettente. La squadra si è invece incartata da lì in poi, malgrado l’arrivo a marzo di Phil Jackson in qualità di presidente. Il Maestro Zen aveva acceso grandi speranze con la sua presenza, ma la squadra non è riuscita a digerire il suo attacco a triangolo e quest’anno, con l’arrivo in panchina di Derek Fisher, la situazione è divenuta sportivamente drammatica. Infortuni, errori in serie anche in sede di mercato ed i Knicks sono arrivati a rivaleggiare con Filadelfia e Minnesota per il titolo di squadra peggiore in NBA.
Da sempre si dibatte su Anthony, se sia un campione oppure un sopravvalutato accentratore di gioco, incapace di far crescere i compagni attorno a sé. Negli ultimi mesi ha convissuto con un problema al ginocchio, ora si è fermato, è possibile che si decida di rinviare il suo rientro alla prossima stagione, anche se lui vorrebbe giocare almeno l’All Star Game in casa. La questione Bargnani è ben nota, la lunga assenza, il rientro ed ora un altro stop pare non grave, gli infortuni hanno rovinato la carriera di Stoudemire, che parla della situazione del suo team come di qualcosa al di là dell’immaginabile. Contro Milwaukee il pubblico del Garden si è svegliato dalla propria apatia per chiedere a gran voce il licenziamento di Fisher. Ha visto perdere la squadra dieci volte di fila, mai successo. I Bucks confermano invece il sesto posto ad Est, Pachulia protagonista con una doppia doppia.
LeBron James starà fuori per tre settimane causa problemi al ginocchio ed alla schiena. Già in difficoltà, i Cavs sono stati dominati da Dallas nonostante i 30 punti di Love. Il gm Griffin ha difeso Blatt prima della gara assicurando che troveranno un rimpiazzo per il lungo Varejao. Volano i Mavs, quinto successo in fila, Cuban festeggia al meglio i 15 anni da proprietario, Nowitski è a soli 12 punti dal settimo posto di Moses Malone fra i marcatori NBA. Dallas conferma anche la propria implacabilità ad Est, dieci vittorie in dieci viaggi nella Conference più debole.
Kobe sta imparando a gestirsi, ieri con nove punti negli ultimi 2’32” compreso il canestro decisivo ha piegato Indiana. Tra i Pacers, Hibbert si innervosisce, litiga con Boozer e poi fallisce l’ultimo tiro.
Diciotto mesi fa Josh Smith era arrivato a Detroit per risollevarne le sorti: risultati pessimi. Da quando se n’è andato a Houston, i Pistons sono rifioriti. 5 vittorie su 5, Jennings rinato ed autore ieri di 35 punti contro Sacramento. Complice la classifica corta ad Est, Detroit potrebbe addirittura avere ambizioni playoffs. Opposta la situazione dei Kings, che sono 3-7 da quando hanno licenziato coach Michael Malone. “Non siamo la squadra che eravamo, è evidente” ha detto Cousins.
Miami si scuote dal periodo buio e batte Brooklyn, che veniva invece da un momento positivo. Decisivo Wade con dieci punti negli ultimi 5′, sorprende la doppia doppia di Whiteside, anni di infortuni e retrocessioni in D-League per lui. Gli Heat si avvicinano così al settimo posto di Brooklyn e tengono a bada Indiana, nona.
Ad Ovest l’ambito ottavo posto è ora occupato da Phoenix, in gran forma. Migliore prestazione offensiva stagionale per battere Toronto, in leggera crisi ed in attesa di ritrovare a breve DeRozan fuori da inizio dicembre. Entusista Dragic delle prestazione dei compagni e dell’accoglienza dei tifosi, che lo hanno omaggiato esibendo dei piccoli draghi impagliati (il soprannome di Dragic è “The Dragon”).