The Full Monty, che tocca fà pe campà

“L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”. Ma in tempi di crisi non ci resta che “calare le braghe”, come hanno fatto Pietro Sermonti, Paolo Ruffini, Gianni Fantoni, Sergio Muniz, Paolo Calabresi e Jacopo Sarno. Sono loro i protagonisti del Full Monty all’Italiana, un adattamento divertente e originale del regista Massimo Romeo Piparo, in scena al Teatro Sistina fino al 17 febbraio.

 

La trama è nota: 6 operai si ritrovano senza lavoro a causa della crisi e, per sbarcare il lunario, si improvvisano spogliarellisti, esibendosi sul palco davanti a centinaia di donne arrapate. “Tutta colpa dello spread”, questo il grido dei sei disoccupati del Full Monty de noantri. Sei uomini, accomunati dalla perdita del lavoro ma ognuno con le proprie storie, le proprie ambizioni e i propri motivi per rialzarsi, per non essere considerato un “poveraccio” o un perdente. Giorgio (Pietro Sermonti) è un padre separato e costretto a pagare gli alimenti alla ex moglie e il mantenimento del figlio (Jacopo Sarno), Marcello (Paolo Ruffini) è un eterno bambino che vive con la madre e non ha mai avuto un amico, Davide (Gianni Fantoni) un uomo grassoccio ma con una grande forza di volontà: per lui spogliarsi (anche solo davanti alla moglie) è sempre stato motivo di imbarazzo, al contrario di Caballo (Sergio Muniz), che sfoggia il suo fisico come una carta vincente.

Una storia tutta al maschile, si potrebbe obiettare: in realtà la figura femminile è molto importante, quanto è vero che dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna. Le donne (Giovanna D’Angi, Francesca Nerozzi, Chiara Barbagallo) rappresentano  il motivo per il quale i mariti, figli o ex mariti decidono di rimettersi in gioco: chi (come Aldo – Paolo Calabresi n.d.r) per soddisfare i vizi di una compagna innamorata della bella vita, chi (Marcello) per pagare le cure alla madre malata, chi per spedire denaro ai genitori lontani (Caballo). Donne che spronano i mariti a trovarsi un lavoro al centro commerciale piuttosto che come cameriere, donne che “portano i pantaloni” laddove i compagni latitano perché preferiscono guardare la partita con gli amici, donne che rimproverano e che consolano, donne che sostengono i propri uomini anche quando si mettono in ridicolo in pubblico. Donne che si lamentano della loro piatta vita di coppia ma poi assistono agli strepteese di qualche bel fusto “tutto muscoli e niente cervello”.  

Battute esilaranti, balletti magistralmente diretti dal coreografo Bill Goodson e nudi integrali (ricordiamo che Full Monty significa “servizio completo”) sono gli ingredienti per una ricetta esplosiva. Ad applaudire i nostri eroi anche molti personaggi noti come Giancarlo Magalli, Lorena Bianchetti, Rossella Brescia, Vittoria Puccini, Vladimir Luxuria e Francesco Rutelli. E restando in tema di politica, Paolo Ruffini, presentatore e attore, non smette di far sorridere neanche a fine spettacolo: “E da domani, quando sentirete parlare di Monti, penserete un po’ anche a Full Monty”.

 

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