Geyser a Roma. Quartiere Trieste bloccato

foto 1Si va bene: passi che, come ha detto il Messaggero ironizzandoci su, oggi piazza Emerenziana sembra Yellowstone. Passi che, durante dei lavori, possono, anche se non dovrebbero, verificarsi degli incidenti con così grandi conseguenze per un intero quartiere di Roma. Ma la causa dell’incidente non sono di certo gli operatori che lavorano da giorni anche sotto la pioggia per rifare l’asfaltatura di Via Nemorense, e da soli non possono di certo bloccare una tale forza della natura.

“Stavano rifacendo l’asfalto, poi stamattina alle 11.00 circa si è sentito un grande boato, sono uscita fuori dal negozio e c’era un getto d’acqua impressionante che usciva da un tombino, era così alto che superava quasi la chiesa”  dice la proprietaria di un negozio di via Nemorense, che ormai sta chiudendo baracca e burattini per tornarsene a casa  “però nel momento in cui è scoppiato tutto gli operai non erano in quel punto”. E per fortuna che non erano lì. Sarebbero volati davvero in alto.
L’eco del boato è arrivato fino alle prime traverse tra Viale Eritrea e Viale Libia. Questa mattina il quartiere Trieste di Roma era più rumoroso, più trafficato, più in fermento del solito. Qualcuno è uscito sul balcone per accertarsi che non fosse successo nulla di grave e che il traffico in tilt, i clacson impazziti e le urla da stadio fossero solo la normalità di abitudini poco civili. Invece no! A tendere bene l’orecchio si sentiva un nuovo indistinguibile rumore: uno scroscio insolito. Vuoi vedere che questa notte è improvvisamente finita la crisi e si sono messi a costruire nuove  fontane  nelle piazze di Roma? No, impossibile, non è finito proprio niente. Solo ieri sera qui, su via Lucrino, adiacente alla ‘piazza del geyser’ i soliti due o tre poveracci  frugavano nei cassonetti della mondezza alla ricerca di qualche cencio o avanzo.
Infatti nessuna fontana, nessun miracolo. Un misero e apparentemente innocuo tombino di via Nemorense, poco prima della chiesa, è il protagonista di uno spettacolo da lasciare tutti a bocca aperta. Spara un enorme e continuo getto d’acqua alto almeno 30 metri. C’è un grande pubblico, con gli occhi rivolti al cielo e i piedi ammollo. Due o tre uomini muniti di alti stivali lavorano sotto la ‘doccia’ intorno ad un altro tombino, un terzo uomo deve essere lì giù. Gli urlano qualcosa. L’intera piazza Emerenziana è inondata. Quanta acqua! Fontana con annessa piscina: non hanno badato a spese. Tanto chi se ne preoccuperà ci sarà, o sbaglio? Qualche centesimo in più sulle bollette di tutti e il ‘tombino’ è tappato. Ma si, chi se ne accorgerà mai… Intanto ora sono le 15.00 e l’acqua continua a uscire fuori con una potenza incontenibile. Ma quando finirà? Deve finire l’acqua di Roma perché il geyser si plachi? Non c’è proprio nessun altro modo per quietarlo? A fianco alla chiesa, un chioschetto ripara a stento tutta la frutta che contiene. L’indiano che ci lavora rilascia interviste qua e là, è l’uomo più ambito dai giornalisti che sono sul luogo: magra consolazione per non aver venduto neanche un’arancia. Pensare che la seconda camionetta del pronto intervento è arrivata solo pochi minuti fa.
Via Nemorense è senza corrente elettrica da questa mattina e i numerosi negozi della via, anche se sono solo le 15.00, ormai disperati dalla mancanza di luce stanno abbassando le saracinesche. La giornata è persa. E tra un po’ farà buio. Chi sa se domani sarà una nuova giornata persa…
 
 
 
Benedetta Izzo
 

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