NBA: i dubbi di LeBron James
I lavori in corso a Cleveland proseguono più lentamente del previsto, mentre Miami sprofonda. Notte di derby e di rimonte mancate in NBA, bel successo esterno di Washington, preziose vittorie per Orlando, Brooklyn e Milwaukee. I segreti dell’attacco di Chicago. Una star dell’ultimo ventennio sta per dire basta.
Quando LeBron ha lasciato Miami per tornare “a casa”, sapeva che il percorso per trasformare i Cavs in un team vincente sarebbe stato laborioso. Non si aspettava però di arrivare a fine anno con 12 sconfitte in 30 partite e con quattro squadre davanti ad Est. Il Prescelto non ha mai attaccato Blatt, ma la stampa sottolinea come non lo abbia nemmeno sostenuto. Quando gli è stato chiesto se fosse la persona giusta per loro si è limitato ad un “sì, voglio dire, è il nostro coach, quale altro abbiamo?”.
In realtà l’aura che avvolge Blatt in Europa – dove ha vinto molto, dall’ultima Eurolega al Maccabi ad un oro europeo con la Russia e pure lo scudetto a Treviso – non è riconosciuta dagli americani. Del resto, se a fine dicembre i meccanismi tattici non funzionano, se la difesa continua a fare acqua e se Waiters a parte non sembrano esserci alternative offensive ai Big Three, la colpa non può che ricadere sul tecnico. Al resto ha provveduto la sorte con la rottura del tendine di Achille del pivot titolare Varejao, out fino al termine della stagione
Se l’attuale squadra di LeBron piange, nella precedente siamo vicini alla disperazione. Dopo otto partite è rientrato Bosh, lui e Wade hanno messo 45 punti in due, ma Miami ha perso in casa 101-102 da Orlando nel “derby della Florida”. La grande serata di Granger dall’arco aveva portato gli Heat a +4 a -1’38”, ma lì è entrato in scena Victor Oladipo. La guardia 22enne, che considera Wade il proprio mentore – sono stati entrambi allenati da Crean nei rispettivi college ed hanno lavorato insieme da infortunati nella pre-season – ha marcato o propiziato gli ultimi 9 punti dei Magic. Soddisfazione per Vucevic, che aveva giocato dieci volte a South Beach senza mai vincere e stanotte ha segnato 27 punti. Orlando è nona ad Est a ridosso proprio di Miami pur avendo giocato finora in trasferta più di chiunque altro. Per contro gli Heat hanno un terribile 6-12 in casa.
Settima vittoria di fila per Chicago che passa ad Indianapolis 92-90 con una tripla nel finale di Butler, giocatore della settimana ad Est. I Bulls sembravano tranquilli sul +21 nel 3° quarto, ma la prodigiosa rimonta dei Pacers li ha costretti a riguadagnarsi il successo. Non è bastato ad Indiana un grande Copeland nell’ultimo quarto e neppure il sostegno di un numeroso gruppo di tifosi, attirati dalla breve distanza fra le città. Chicago segna 12 punti in media più dello scorso anno, sta mettendo più canestri che nelle ultime due stagioni dell’era Jordan. Le ragioni? Molteplici, dall’arrivo di Gasol al ritorno di Rose, dal contributo del giovane Mirotic all’esplosione di Butler. Il tutto magistralmente assemblato da Thibodeau.
Pur con Lopez e Williams a mezzo servizio, Brooklyn batte Sacramento, quarta vittoria nelle ultime cinque gare per i Nets, settimi ad Est.
Washington espugna Houston con 33 punti di Beal ed una bomba nel finale del sempreverde Paul Pierce. I Rockets dominano sotto canestro ma tirano male, i Wizards sono precisi ai liberi e colpiscono dall’arco per la migliore partenza di sempre della franchigia. La gara ha subìto un ritardo di 36′ a causa della sostituzione di un canestro danneggiatosi durante il riscaldamento.
Milwaukee torna a battere Charlotte dopo quasi tre anni: i Bucks sprecano un vantaggio di 21 punti, Knight li porta al supplementare, dominato. Laborioso successo per i Clippers contro Utah, a griffarlo è DeAndre Jordan con 19 rimbalzi ed una stoppata nel finale su Favors.
Molte squadre lo vogliono, attualmente è libero, ma dopo 18 stagioni, due anelli e quasi tremila triple – record di ogni tempo in NBA- Ray Allen potrebbe a breve annunciare il suo ritiro dal basket.