Jobs Act: statali sì o statali no?

Non è passato neanche un mese da quando il Jobs Act è stato approvato dal Senato, eppure è già polemica. Archiviati, per ora, panettoni e pandori, si torna a lavoro e ad accendere la miccia è la questione se includere o meno i lavoratori statali nei nuovi decreti attuativi.
Il primo a sollevare la questione è stato il senatore di Scelta Civica, Pietro Ichino, che nel suo blog ha fatto un resoconto dettagliato di quanto è successo il 24 dicembre all’ultimo consiglio dei ministri. Nel post in questione, Ichino scrive del comma 3 dell’articolo 1, in cui si parla della questione dei lavoratori statali, a cui il nuovo decreto legislativo non si applica. Per il senatore di Sc, questo non è concepibile e non è giusto, soprattutto per i nuovi lavoratori della pubblica amministrazione. Il 24 dicembre viene approvato il testo senza il comma tre alla presenza dei ministri Poletti e Madia, sempre come riporta Ichino, ma il 27 dicembre i due ministri hanno dichiarato che la nuova normativa non è applicabile al settore pubblico. Ecco il nodo della matassa, da qui infatti è partita la polemica e la domanda “statali sì o statali no?”, oltre naturalmente a portare ad uno scontro tra maggioranza ed esponenti del Governo. Lo stesso sottosegretario al ministero dell’economia, Enrico Zanetti è d’accordo con il compagno di partito Ichino che il Jobs Act deve essere applicato agli statali, e non capisce perché dei ministri lo neghino. Arrivati a questo punto il Governo è stato obbligato a dare delle spiegazioni. Il ministro del lavoro Poletti ha ribadito che il Jobs Act è sempre stato pensato come uno strumento a favore di imprese private in tema di assunzioni e mai per quanto riguarda quelle statali. Della stessa idea il ministro della Pubblica Amministrazione, Madia che ha smentito a più riprese una generalizzazione della norma. Il primo ministro Renzi ha dichiarato, invece, che sarà compito del Parlamento di decidere sulla questione.
Le discussioni sulla nuova riforma del lavoro non si esauriscono solo a se le norme sono applicabili agli statali o meno. L’inizio del 2015 vedrà tra i punti cruciali anche la questione dei licenziamenti collettivi, dove lo stesso presidente della commissione lavoro alla Camera, Cesare Damiani, nonché ex sindacalista, fa sapere che farà di tutto per far applicare la norma solo sui licenziamenti individuali. Ora come ora infatti la riforma prevede che le stesse regole valgano anche per quelli di minimo cinque persone. Intanto il premier Renzi, torna a “cinguettare” dopo il Natale, introducendo gli ultimi temi trattati dal consigli dei ministri, su Tarato, Inps e delega fiscale. Inoltre ha lanciato anche un nuovo hashtag #nonsimolla sia per incoraggiare chi tifa per il governo sia per scoraggiare chi rema contro, annunciando sempre attraverso un tweet che il Governo andrà avanti e a chi critica dice che si dovrà arrendere.

Fonti: Ansa, Adnkronos, blog di Pietro Ichino

matteo renzi

@donati_flavia