Ingroia come Falcone: «Vergogna!»
«L’unica spiegazione che posso dare – ha dichiarato Antonio Ingroia – è che ho detto sempre quello che pensavo anche affrontando critiche, criticando a mia volta la magistratura associata e gli alti vertici della magistratura>>.
<<È successo anche ad altri più importanti e autorevoli magistrati, a cominciare da Giovanni Falcone. E forse non è un caso che quando iniziò la sua attività di collaborazione con la politica le critiche peggiori giunsero dalla magistratura. È un copione che si ripete» conclude Ingroia.
Queste le parole dell’ex pm, in risposta alle critiche e alle battute ricevute in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Il leader di Rivoluzione civile ha inoltre evidenziato le disparità di trattamento, o presunte tali, rispetto ad alcuni suoi colleghi: «Per ragioni che mi sfuggono, ad altri magistrati non meno in vista di me, a cominciare da Pietro Grasso che al contrario di me ha svolto un incarico nazionale fino a qualche settimana fa, nessuno dice nulla; lo dicono solo a me». Ma è stato il paragone con Falcone a suscitare le reazioni più scandalizzate, prima tra tutte quella del magistrato Ilda Boccassini. La donna, collaboratrice e grande amica del magistrato palermitano, non ha usato mezzi termini nelle sue dichiarazioni ai microfoni di Mentana: «Come ha potuto Ingroia paragonare la sua piccola figura di magistrato a quella di Giovanni Falcone? Tra loro esiste una distanza misurabile in milioni di anni luce. Si vergogni!».
Ma la Boccassini non è stata – e non è – l’unica a criticare le parole e il modus operandi del neopolitico: piovono giudizi, infatti, proprio sulla sua candidatura. È Giorgio Santacroce, il presidente della Corte d’Appello di Roma a rimbeccare il leader di Rivoluzione civile, pur camuffando i riferimenti: «Non mi piacciono i magistrati che non si accontentano di far bene il loro lavoro; parlano molto di sé e del loro operato anche fuori dalle aule giudiziarie, esponendosi mediaticamente, senza rendersi conto che per dimostrare quell’imparzialità che è la sola nostra divisa, non bastano frasi ad effetto, intrise di una retorica all’acqua di rose».
Per quanto riguarda la corte d’Appello di Palermo, invece, è stato il magistrato Vincenzo Olivieri a redarguire i suoi colleghi dal cedere alle lusinghe della televisione e della politica, ma soprattutto a richiedere loro di limitare la dilagante tendenza al presenzialismo. Dal canto suo, Ingroia ha prontamente replicato alla Boccassini dalle telecamere di Ballarò: «Io non mi sono mai paragonato a Falcone, denunciavo soltanto una certa reazione stizzita all’ingresso dei magistrati in politica, di cui fu vittima anche Giovanni quando collaborò con il ministro Martelli. Prima di sparare a zero, si informi». Inoltre l’ex pm ha dichiarato di sentirsi «sorpreso» riguardo alla pioggia di critiche verso la sua candidatura, percependole come «ingiuste» e assurdamente concentrate sulla sua figura. E chissà se Ingroia farà cambiare idea ai magistrati che criticano il suo abbandono della toga: di certo con la Boccassini sarà difficile.
di Alessandra Corsini