Eutanasia: il Parlamento si faccia vivo

“Onorevoli e Parlamentari vorrei decidere di non soffrire più”.
“Regolamentare l’eutanasia non significa permettere di morire ma permettere di che morte morire”.
“Se perdo definitivamente conoscenza voglio che siano rispettate le mie volontà”.
“Si tratta solo di riconoscere un diritto umano, il diritto di morire”.
Frasi forti e pronunciate con decisione perché l’eutanasia possa essere legalizzata anche in Italia. Si tratta di un’iniziativa dell’Associazione Luca Coscioni dal titolo “#LiberiFinoAllaFine” che unisce medici, malati, volti noti del cinema e della televisione, personaggi della cultura, della scienza e del giornalismo in un video-appello rivolto ai Parlamentari per la legalizzazione immediata dell’eutanasia e il pieno riconoscimento del testamento biologico.

L’uscita del video è avvenuta in concomitanza con la ricorrenza della Giornata Mondiale dei Diritti Umani, lo scorso 10 dicembre 2014.
Da tempo l’Associazione Luca Coscioni porta avanti molte iniziative per raccontare storie di malati e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione. Nel settembre 2013, l’associazione ha depositato alla Camera una proposta di legge di iniziativa popolare per la liceità dell’eutanasia e per il testamento biologico, proposta che fino ad oggi è rimasta lì, senza essere discussa. È passato più di un anno e nei Palazzi di Roma non se ne è parlato neanche per cinque minuti, come sottolineato nel video-appello dell’associazione, nonostante il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo abbia richiesto più volte. Circa ottantamila persone hanno già sottoscritto la proposta di legge nei Comuni, nei banchetti e sul sito www.eutanasialegale.it

Un appello corale da parte della società civile affinché la politica risponda, perché si possa vivere liberi fino alla fine. Una società che si unisce in coro perché non più soddisfatta dei continui rinvii e delle giustificazioni improbabili e poco chiare da parte del legislatore e che, soprattutto, non accetta il prorogarsi ulteriore di una evidente violazione dei diritti umani, quelli dei malati in primis. Neri Marcorè afferma nello spot “Se l’eutanasia fosse legale, non aumenterebbero le morti. Diminuirebbero le sofferenze”. Oltre all’attore, nel video compaiono Marianna Aprile, Corrado Augias, Luca Barbarossa, Marco Bellocchio, Emma Bonino, Marco Cappato, Maurizio Costanzo, Rosanna D’Antona, Filippo Facci, Vittorio Feltri, Corrado Fortuna, Filomena Gallo, Giulia Innocenzi, Selvaggia Lucarelli, Marco Maccarini, Mara Maionchi Gianni Miraglia, Aldo Nove, Paolo Mieli, Marco Pannella, Rocco Papaleo, David Parenzo, Platinette, Roberto Saviano, Michelangelo Tagliaferri, Umberto Veronesi, Alessio Viola, Mina Welby.
“È la prima volta che un gruppo così ampio di malati, personalità, medici, infermieri si uniscono per dare voce e volto a una grande questione sociale: la libertà di scegliere come morire”, afferma soddisfatto Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e promotore della campagna Eutanasia legale. Ed aggiunge: “Quando la frattura tra politica e società si fa così netta come nel caso delle leggi sul fine vita, non è in causa soltanto il tema in sé, ma la democrazia stessa, cioè la capacità delle istituzioni di rispondere alle questioni sociali. Tutti i sondaggi confermano che gli italiani sono favorevoli alla regolamentazione dell’eutanasia. Il ritardo del Parlamento nel discuterne è un colpo alla credibilità del Palazzo certo meno dirompente dello scandalo fresco di giornata, ma più profondo e devastante. Mi auguro che questo video inneschi una serie di testimonianze di malati e di prese di posizione da parte di cittadini e personalità che impediscano ai Parlamentari di continuare a infilare la testa sotto la sabbia. Basterebbe un gruppo politico per esigere la calendarizzazione della discussione. E’ ora che ci ascoltino”.

Stando ai dati raccolti nel Rapporto Italia 2014 di Eurispes, il numero di Italiani favorevoli alla “dolce morte” è aumentato. Dal 50,1% del 2012, si è passati al 58,9%. Quando si parla invece di ‘suicidio assistito’, un termine che spaventa di più, il 71,4% degli intervistati è contrario, ma ottiene comunque il favore del restante 28,6%. Sempre secondo l’Eurispes, il testamento biologico registra un aumento di consensi di quasi dieci punti percentuali: dal 65,8% del 2012 al 71,7% del 2013.

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