Nole fenomenale: 3 volte campione

Tris a Melbourne per il numero Uno. Novak Djokovic gode di ottima salute e con un gioco superbo e una prestazione impeccabile ha piegato la resistenza del guerriero scozzese Andy Murray. Non possiamo dire che abbiamo avuto una finale qualitativamente pari a quella dell’anno passato, ma è stata comunque una gara intensa che ha sfiorato le 4 ore di gioco e che ha mostrato le qualità dei suoi protagonisti, probabilmente i due giocatori più in forma in questo inizio di stagione.

Entrambi classe ’87, entrambi alla caccia di un record: Murray sarebbe stato il primo giocatore a vincere due slam consecutivi dopo aver rotto il ghiaccio con la vittoria e Nole è, adesso, il primo vincitore di 3 Australian consecutivi. “Abbiamo fatto la storia oggi”: erano le parole con Djokovic da vincitore dell’anno 2012 su Rafael Nadal dopo olre 6 ore di gioco risultato della partita più lunga della storia di questo torneo. Quest’anno meno fatica e Nole dopo aver l’alzato la coppa rinnova a parole e nei fatti il suo amore per l’atmosfera australiana: “è incredibile il feeling che sento quì, questo è di certo è il mio slam preferito“. 
 
La gara si è chiusa in 4 set; è come se fosse stato primo e secondo tempo di un film. La prima parte con un esito completamente incerto affinchè tutto venisse svelato nella seconda. Lo dicono i punteggi: i primi due set si sono decisi al tie break, in nessuno dei due c’è stato un break, al contrario dal terzo in poi si succeduti quelli a favore del serbo.
I due avversari hanno gioco e caratteristiche molto simili. Murray gioca bene e con attenzione, la cura Lendl funziona: prima lo scozzese tendeva ad aspettare nei momenti importanti che l’errore arrivasse da altri, ma questa strategia quando oltre la rete si trovava di fronte Nole, Federer o Nadal ha sempre lasciato desiderare. Il primo 15 dell’incontro è deciso da un potente dritto in accelerazione di Andy, poi subito risposta in ace di Nole. Nessun complimento fra i due. Sul 3-2 c’è l’unica occasione di break su Murray che subisce un pò il pressing e ancora non riesce a tenere in campo una buona percentuale di prime di servizio. Si salva comunque vincendo una mini battaglia in cui annulla 4 palle break. Consiglio di riguardare l’acrobazia di Nole al 7 game gioco che cade, rimanda la palla, si rialza e si aggiudica un punto incredibile: il serbo è atleticamente “una molla”.
Epilogo del primo set al tie breakO-4 per Andy, Novak approccia male e si può rimproverare troppi errori gratuiti. Entrambi lo giocano da attendisti e Murray ha la meglio. Sembra lanciatisimo, lo sguardo va spesso all’angolo e anche le inquadrature delle televisioni cercano l’espressione del coach che ha recentemente rubato la scena a mamma July.

A inizio secondo set Nole appare nervoso, parlotta fra sè e sè. Lo scozzese però non ne approfitta, il match continua all’insegna dell’equilibrio. Si arriva nuovamente al tie break. Più combatutto e sicuramente il momento cruciale della finale. 7-5 a favore del numero Uno del ranking. Chi ha giocato meglio il set ha perso al tie break, chi aveva convinto di più durante il set viceversa si è visto sfilare il successo nel finale. Attimo di riflessione e rimpianto per lo scozzese che, primo dell’inizio della terza ripresa, si prende qualche minuto per far entrare il medico per fasciare una ferita al piede.
Continua il braccetto tra i due. Ma siamo giunti al set che cambia la trama della storia. Quì arriva il primo break quando lo score è 3 a 3. Dopo uno scambio durato 36 colpi arrivano 3 palle break per Djokovic che ne approfitta senza remore. Andy è decisamente piu’ falloso e non riesce a raddrizzare il set che si conclude: 6-3.
Siamo al quarto. La magia di Murrey  quella che l’aveva accompagnato fino ad oggi sembra essere scemata per lasciare, di nuovo, spazio alla fretta e alla preoccupazione di perdere un occasione importante. Inversamente proprzionale alla scientifica razionalità che fa lottare Djokocic punto dopo punto. Sul 2-1 arriva ancora il break di Nole in seguito ad un doppio fallo del britannico.
La fine sembra vicina, c’è ancora tempo per colpi e recuperi incredibili da parte di entrambi che mostrano una condizione fisica spaventosa, ma l’epilogo è segnato. Djoker raddoppia, sono due ora i break da recuperare. Non c’è tempo, la partita adesso a senso unico, un esibizione del serbo che ha piegato la resistenza dello scozzese.
Sul 5 a 2 Nole serve per il titolo: game, set e match. Sbaglia il primo attacco chiamato a rete, viene infilato dallo scozzese che non ancora molla, poi colpo di reni e da 30-30, si conquista la sua coppa e il suo nuovo record.
Una gioia incontenibile, un mini balletto sotto la sua curva e un urlo che spera di replicare l’anno prossimo quando il nuovo obiettivo sarà ancora un primato: ci sarebbero Agassi e Federer che a Melbourne sulla Rod Laver Arena hanno già vinto 4 volte… 

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