Lazio depressa, Juve furiosa
Il sabato delle occasioni mancate, piange la Lazio, urla la Juve, sorride il Napoli che si trova davanti una chance straordinaria per rientrare sulla capolista. Lenta e impacciata come non mai, è la Lazio ad aprire la giornata di campionato perdendo in casa, per 1-0, contro il Chievo.
I biancocelesti falliscono la loro prova di maturità, si presentano in campo senza forze e senza idee, probabilmente anche per la scelta di Petkovic che rinuncia contemporaneamente ad Hernanes e Mauri, e scoprono che la panchina forse non è all’altezza dei titolari. Il primo tempo è un omaggio non richiesto alla Corazzata Potemkin fantozziana, in pratica una noia mortale, le due squadre non creano occasioni e si annullano giocando a ritmi blandi. La ripresa è leggermente meglio, la Lazio punge con le invenzioni di Mauri ed il Chievo replica in contropiede, in perfetto stile italiano. Ciò finchè Vacek non becca il jolly che si stampa sulla traversa e rimbalza davanti a Paloschi, che da Inzaghi in erba sfrutta l’opportunità casuale e beffa Marchetti. La reazione della Lazio è sostanzialmente innocua, come inutile si dimostra l’innesto di Kozak, poco lucido e dai piedi grezzi. Finisce quindi coi clivensi in festa, felici per i tre punti e per la prestigiosa impresa che ha consentito loro di fermare a 16 il numero di partite non perse dai laziali. Petkovic, dal canto suo, farebbe bene a rivedere i percorsi della Lazio di Reja, sempre eccelsa nel girone d’andata e rivedibile e discontinua in quello di ritorno, necessitano contromisure, insomma.
Nell’anticipo serale la vecchia signora si traveste da bella addormentata, sonnecchia indolente per tutto il primo tempo salvo poi scatenarsi nel secondo. A sbloccare la sfida col Genoa è ancora Quagliarella, inguardabile sino al goal, fatto il grosso la Juve si ferma di nuovo ed il Genoa trova il pareggio con l’ex Borriello. Da quel momento lo Juventus Stadium si trasforma in un saloon, con i bianconeri che reclamano inviperiti per tre rigori, più o meno solari, non concessi su Vucinic, Pogba e su Granqvist, autore di un clamoroso fallo di mano in area in pieno recupero. E’ al fischio finale, però, che sembra realmente di trovarsi in una qualunque plaza de toros spagnola, i bianconeri escono dal campo inviperiti, urlano di tutto al sestetto di arbitri ed incorreranno, probabilmente, in pesanti squalifiche. Gli strepiti torinesi calano il sipario sul sabato di campionato, paradossalmente, a ridere è solo la squadra che non ha giocato, ossia il Napoli. Fossimo negli azzurri partenopei, però, cercheremmo di trarre la giusta lezione da questa giornata, il Parma è un avversario tosto e potrebbe provare l’ennesimo sgambetto.