#Mafiacapitale, il dissenso a 5 stelle
Mentre il Campidoglio si cimenta in una rievocazione storica ex vivo della Roma criminale; mentre la procura arresta 39 persone e ne indaga 100 cogliendo con le mani nella marmellata a destra e manca politici ed amministratori locali; mentre la Capitale sembra in balia d’un anacronismo che la divide tra “r’guercio” e le coop rosse di Buzzi, verrebbe da chiedersi quo vadis 5 stelle? Ammesso che il movimento di Beppe Grillo continua ad essere il primo partito d’opposizione ed ammesso che l’inchiesta “Mondo di mezzo” è uno degli assist politici più clamoroso mai concessosi a favore dei grillini nel periodo del post-renzismo se ne deduce che quest’ultimi, a quest’ora, avrebbero già dovuto dar fiato alle trombe, riempire le piazze, organizzare un fronte comune.
Prescindendo da qualsivoglia tipo di criminalizzazione dato che a quanto pare i criminali sono altrove, il movimento continua a trascinarsi con aria spossata. Sarà il passo indietro fatto da Beppe Grillo a favore della nuova penta-dirigenza: Ruocco, Fico, Di Battista, Sibilia, Di Maio; saranno le polemiche parmigiane a firma Pizzarotti; saranno le espulsioni Artini-Pinna ma le frizioni si notano e si notano anche nell’impatto mediatico che hanno. Spulciando la stampa, tralasciando tweet e social post, di reazioni speculari allo scandalo romano ce ne sono ben poche. 3 dicembre, Di Maio commenta in breve l’inchiesta: “Bastava non votare Pd e Berlusconi. E quando il teatrino del Nazareno crollerà perché Berlusconi ha sempre, e dico sempre, sòlato la sinistra sulle riforme. E quando crollerà, ci vorranno persone oneste, quindi ci sarà solo il M5S. Toccherà a noi”. 5 dicembre alcuni parlamentari e consiglieri comunali del movimento sfilano e chiedono lo scioglimento della giunta per infiltrazioni mafiose ma già il 7 dicembre, l’attenzione si sposta a Parma per tornare alle solite polemiche interne e ai soliti battibecchi casalinghi, alle baruffe tra leader-base-sindaco-dissidenti e persino all’eliminazione di Grillo dal simbolo. Ne seguirà il videomessaggio-risposta dello stesso Beppe che oltre a respingere qualsivoglia confronto con il classico savoir faire, riaccenna approssimativamente allo scandalo capitolino e in ultimo….rilancia il referendum sull’euro del 13 dicembre.
Nulla togliere all’importanza dell’ennesima campagna anti-euro, tuttavia, che i cinque stelle da sempre abbiano fatto della legalità una bandiera non è un mistero per nessuno ma che in un momento così cruciale cedano il passo, la scena e i riflettori a Orfini più che a Gasparri è volersi fare del male davvero.E se Grillo è un po’ “stanchino” ma “vivo e vegeto” come del resto afferma lui stesso, sembrerebbe che l’ultimo dei penta-gladiator a 5 stelle rimasto, colui che ancora spruzza una certa vivacità “sovversivo-costruttiva” sia ormai rintracciarsi solo nella figura di Alessandro Di Battista: “Ogni mezzo va sfruttato per far capire che il futuro lo si costruisce solo sul valore dell’onestà. Per questo abbiamo accettato l’invito di Ballarò per questa sera. Dobbiamo riscattare questa Italia in mano ai delinquenti.” Non resta quindi che aspettare uno shock, una scossa che ci riporti indietro ai tempi del movimento attivo, del senso di unità nella comunità senza sberleffi, della protesta costruttiva e soprattutto delle idee.
@FedericaGubinel
Fonti: ANSA, IlFattoquotidiano.it