NBA: Griffin batte Phoenix
Tre partite ai supplementari nella notte NBA. Proseguono le strisce di Golden State, Atlanta e Cleveland, pazzesca prestazione di Griffin contro i Suns. L’erede al trono di Inghilterra al cospetto del Re del basket, protagonista con altri di una forte iniziativa. Intensa serata per Wall, bene alcuni fra i rookies più attesi.
Blake Griffin aveva già messo 42 punti, ma Phoenix era avanti di 4 nel corso dell’ultimo minuto del supplementare. Dopo un canestro di Redick ed un’infrazione dei 24″ Suns, la palla finisce a Griffin, conclusione dalla distanza, ballo sul ferro, retina: 121 a 120 Clippers.
La concorrenza ad Ovest fa sì che con un record di 15-5 ci siano quattro squadre davanti a LA ed i campioni in carica di fianco, in attesa che Oklahoma benefici dei noti rientri. Griffin aveva subìto critiche, ma ora lui e Paul sembrano pronti a ritentare la caccia ai maggiori traguardi.
13a vittoria consecutiva per Golden State, che si conferma la migliore squadra della lega anche in una serata non brillante al tiro. Le difficoltà cui è incorso Curry nella specialità preferita sono un campanello d’allarme ma contro Minnesota lui e Thompson hanno realizzato 21 punti e la difesa ha annullato le velleità avversarie.
Da giocatore, Steve Kerr ha vinto cinque anelli. Nessun allenatore all’esordio aveva iniziato così bene dai tempi di Al Cervi, 1948. Il coach di Syracuse impiegò 7 anni a conquistare il titolo, Kerr spera di farcela prima.
Tra i Wolves si è distinta la prima scelta del draft Andrew Wiggins, speranza della franchigia dopo l’addio di Love.
DeMarcus Cousins ha saltato la sesta gara consecutiva a causa di una meningite virale e ne avrà almeno per un’altra settimana. Sacramento ha però battuto lo stesso Utah, trascinata dai canestri di Gay e dagli 8 punti nell’ultimo quarto del rookie Stauskas. I Kings sono ora ad un successo di distacco dall’ottavo posto.
Toronto continua a guidare l’Est. Lowry festeggia con 13 assist il premio di giocatore della settimana, Patterson porta i suoi all’overtime contro Denver, che fiaccata dalle assenze crolla al momento decisivo. I Raptors mettono 10 punti di fila e fanno loro la gara. 26 di Lou Williams dalla panchina, deludente Gallinari.
Atlanta non smette di vincere, secondo posto ad Est assieme a Washington, una difesa assai efficace. Horford ha punito Indiana, sempre alle prese con gli infortuni. Ad inizio dicembre, il roster dei Pacers ha già saltato più partite che in tutta la scorsa stagione.
Spettacolare sfida tra Washington e Boston, conclusa 133 a 132 per i padroni di casa. Wall ha vissuto una serata particolare: prima della partita ha saputo della morte di Damiyah, la bambina di sei anni malata di cancro che era andato a trovare più volte da marzo. Ha trovato comunque l’energia per regalare 17 assist ai compagni e per mettere gli ultimi 10 punti dei suoi, compresa l’ultima decisiva giocata, canestro, fallo subìto e libero trasformato. Con 28 punti Paul Pierce ha scavalcato Reggie Miller divenendo il 16° marcatore di sempre. I Wizards hanno rischiato, sprecando un vantaggio di oltre 20 lunghezze nel corso del 3° quarto. Turner ha dato ai Celtics l’overtime con una tripla, ma allo scadere del prolungamento ha fallito il tiro della vittoria. Ottima prova della panchina di Boston, brava la matricola Marcus Smart, autore di 23 punti.
Cleveland sta arrivando. Sono passati attraverso qualche logica difficoltà di amalgama, ma ora siamo a sette successi filati. I Cavs sono passati a Brooklyn davanti ai principi William e Kate, in visita a New York. Nets privi di Lopez e Johnson, ripetutamente colpiti da Waiters in uscita dalla panchina. Durante il riscaldamento, LeBron, Irving, Garnett e Williams hanno mostrato delle magliette con la scritta “I can’t breathe” (non respiro) la frase pronunciata da Eric Garner prima di morire per soffocamento durante il suo arresto lo scorso 17 luglio. Il Gran Giurì ha deciso di non incriminare il poliziotto responsabile, l’NBA ha voluto far sentire la sua voce.