Question Time: Renzi intervento sull’editoria
Finanziamenti all’editoria da rivedere. È quanto emerso dal Question Time, che si è svolto nell’aula di Montecitorio, dove il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha risposto a tutte le interrogazioni poste dai parlamentari.
Intanto cos’è il Question Time? È una fase dei lavori di un’assemblea parlamentare, dove le interrogazioni che sono state presentate in precedenza, solitamente su argomenti urgenti, vengono illustrate in aula e l’organo esecutivo dovrà rispondere. Tante sono state le domande e tanti gli argomenti che il primo ministro Renzi ha dovuto affrontare alla Camera dei Deputati. Tra tutte le interrogazioni fatte in aula c’è stata quella di Sergio Pizzolante del Ncd, sulla questione delle convenzioni che Amministrazioni centrali e periferiche di Stato hanno con undici agenzie stampa per la fornitura di servizi giornalistici. Convezioni che tra l’altro sono in fase di scadenza. La risposta del premier Renzi ha confermato la volontà sia di Palazzo Chigi che del Dipartimento per l’editoria di effettuare un’azione in merito << perché il livello di intervento del governo italiano non ha paragoni in nessun Paese al mondo e in nessun Paese europeo. Siamo pronti a intervenire, a semplificare e anche a ridurre con la concertazione, certo, con il massimo coinvolgimento degli interessati, perché riteniamo sia doveroso, ma riteniamo che l’attuale livello di finanziamento per l’editoria sia profondamente da rivedere >>.
Queste affermazioni di Renzi, trovano appoggio da parte della Federazione Nazionale Stampa Italiana, dalle parole del suo segretario, Franco Siddi. << Non è privo di significato e ha la sua rilevanza il fatto che sul rapporto pubblico con le agenzie di stampa parli per la prima volta il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e lo faccia delineando un intervento “con la massima concertazione e il massimo coinvolgimento” >>, ha dichiarato. Il discorso non finisce qui, Siddi ritiene che il tema sia molto delicato ed è opportuno che un Governo democratico lo affronti in questo modo e che si preoccupi del pluralismo dell’informazione, compito proprio delle agenzie stampa. Questa semplificazione annunciata può garantire il pluralismo di base e riqualificare l’intervento pubblico. Si avranno così delle agenzie generaliste, senza che nessuno lo sia innaturalmente e dall’altra si avranno sinergie e accorpamenti da considerare con equità, oltre che prestare attenzione all’occupazione. Conclude questo lungo discorso Siddi, dichiarando che: << Gli editori sono chiamati a compiere uno sforzo innovativo. Il Sindacato dei giornalisti, la Fnsi, sulla base degli obiettivi appena richiamati, è disponibile a cooperare se ci sarà un serio processo di riforma nella chiarezza. I tempi di intervento, tuttavia, non sono una variabile indipendente e i processi nuovi e di riorganizzazione dovranno tener conto della pluralità delle esperienze reali e della qualità e quantità del lavoro professionale assicurato. Tutto ciò richiederà, nella chiarezza, probabilmente una fase di transizione sulle scadenze per poter dar corso ad un nuovo quadro condiviso e di garanzia, così come deve essere qualsiasi azione che agisca su un bene pubblico come quello dell’informazione >>.
Fonte: Agi, Reuters, Federazione Nazionale Stampa Italiana
@donati_flavia