Raffaele Fitto, il ribelle in Forza Italia
Sembrava scomparsa ma Forza Italia, un po’ per celia un po’ per non morire, trova sempre il modo di far parlare di sé, persino quando non ha più nulla da dire. Nel mirino, i soliti problemi di leadership, cambiare non cambiare, Silvio sì Silvio no, obladì obladà. Artefice del tutto: Raffaele Fitto classe 1969 e futuro protagonista del sequel: The Brave, colui che osò proporre le primarie in Forza Italia.
Una polemica ancestrale ma che in definitiva ricalca il solito copione, l’eterno scontro politico-italiota tra: vecchio e nuovo, giovane e senile. A scatenare il pandemonio sarebbe stato proprio Fitto che il 26 novembre ai microfoni di Radio24 ha usato ben poco garbo verso il leader di Cesano Boscone: “Se le primarie valgono anche per Berlusconi? Le primarie valgono per tutti all’interno del partito”. Celere e lapidaria la risposta del leader: “con Fitto non ci sono più margini di dialogo; faccia ciò che vuole ma questo modo di agire da vecchio democristiano mi ha stancato[…]io ho cercato di mediare in questi mesi per tenere unito il partito e i gruppi parlamentari, ma è inutile. Fitto vuole solo distruggere. Ho dato retta a Verdini e a Letta che mi dicevano di trovare un accordo; ma quale accordo vuoi trovare con chi vuole solo che io mi faccia da parte”. Insomma, un flip-flap di botta e risposta convogliato poi in due eventi l’uno del figlio e l’altro del padre. Sabato 29 novembre, infatti, Fitto chiama in raccolta Bari con l’immancabile hastag #Bastatassesullacasa, una sorta di focolare domestico in cui il mini-leader anticiperà la “nuova” linea del partito a scapito del Silvio nazionale. Nessuna reazione dalla direzione se non l’incongruenza con il fatto che il giorno dopo, in Pazza san Fedele a Milano, Silvio Berlusconi presenzierà proprio al “No Tax Day” esemplificando le sue, chiaramente “inedite”, ricette per uscire dalla crisi: meno tasse per tutti, una punta di anti-europeismo che non guasta mai: “creare una seconda moneta, recuperando parte della nostra sovranità monetaria: una seconda moneta che possa essere stampata da noi e messa sul mercato che poi valuterà il cambio con l’euro”, ma anche una sana rivendicazione dei risultati del Governo: “Viene un signore che non è di sinistra e propone le riforme che noi avevamo deciso. E noi cosa dobbiamo fare? Non votare le riforme che abbiamo proposto noi? Le votiamo, ma per tutto il resto siamo fortemente all’opposizione» e ciliegina sulla torta un pensierino al partito: “Forza Italia c’è ancora e c’è ancora tutta”.
Sembra, quindi evidente che a San Lorenzo Lucina permanga uno stato di convalescenza ove, tra l’altro, non si ben intende quale sia la soluzione. Fitto e Berlusconi prima, i dissapori tra le truppe Alfaniane e quelle felpate di Matteo Salvini poi, ci consegnano una destra litigiosa in un mondo dove la sinistra vuole abolire l’art.18. Senza contare che, a lato dei conservatori, la frammentazione non è di poco conto: ben 5 alternative che vanno dagli ammiratori di Cesano Boscone sino agli amici dello Stop-invasione, il tutto contornato da Alfano, Meloni e persino l’1% di Corrado Passera. Una sfilza di partitini e partitelli il cui unico punto in comune è quello di non avere nulla in comune. Una cosa è certa però, Forza Italia ha bisogno di una scossa, o meglio, di un’operazione alle cataratte per non vedere in Raffaele Fitto una stella nel firmamento politico italiano. Abile, coraggioso, noncurante dei pericoli, egli passerebbe alla storia come colui che rimpiazzò Berlusconi cavalcando la destra del #Bastatassesullacasa! Come l’uomo che riportò la libertà nella Casa delle Libertà a colpi di primarie, come Il rottamatore di Bèri. Dopotutto sfogliando il suo curriculum non si può non cedere alla commozione: ex democristiano, cuoio capelluto intatto, accento pugliese e in più, per marcare le differenze, una condanna in primo grado per corruzione, finanziamento illecito ai partiti e abuso d’ufficio. Quando si dice, il futuro che avanza!
Fonti: IlGiornale, IlFattoquotidiano