Papa Bergoglio alla FAO: il nuovo Che Guevara
Conclusa due giorni fa la Conferenza internazionale sulla nutrizione organizzata dalla Fao che ha riunito a Roma rappresentanti di paesi poveri e ricchi mettendo in risalto la dissennata separazione tra chi affama e chi è affamato, chi ha problemi di crescita a causa della fame e chi a cinque anni è già obeso.
Alla Fao ha partecipato uno dei più agguerriti avversari della malnutrizione negli ultimi tempi, che ha lanciato parole di fuoco contro i mercati e i gruppi di potere cui fa comodo affamare un terzo del mondo per tenerlo assoggettato: “La lotta contro la fame e la malnutrizione è ostacolata dalle priorità del mercato e del profitto che riducono il cibo a merce, soggetta a speculazioni anche finanziarie”. Sono state queste le parole di Jose Che Guevara Bergoglio, Papa della chiesa cattolica nonché concittadino del compianto Ernesto. Le parole del santo padre sono risuonate come monito ai governi e a quei «gruppi di potere» che impediscono risultati concreti nella lotta contro la fame e le ingiustizie, mettendoli in guardia che nel mondo, e in particolare nel vecchio mondo, c’è qualcuno che qualcosa di sinistra almeno la dice.
Terremoto nella sinistra del Pd, che sta già spulciando i cavilli giurisprudenziali dello stato italiano e del concordato per verificare se Bergoglio possa essere il candidato premier alle prossime elezioni. Qualcuno però teme che tra le stanze della Fao sia circolato un potente allucinogeno, tanto che il Sindaco Ignazio Marino, nel bel mezzo della guerra dentro al suo partito che lo vorrebbe esule a Sant’Elena, si riscopre nientemeno che Castrista: “La fame – aveva detto Castro – inseparabile compagna dei poveri è figlia della distribuzione diseguale delle ricchezze e della ingiustizie di questo mondo. I ricchi non conoscono la fame… Regni la verità e non l’ipocrisia e la menzogna”.
Tuttavia, scherzi a parte, a scatenare il silenzio della platea sono soltanto i dati sulla malnutrizione che, anche se piuttosto generici, non lasciano spazio a nessuna battuta: 805 milioni di persone vittime di fame cronica tra il 2012 e il 2014, 51 milioni di bambini sotto i 5 anni nel 2013. La conferenza, almeno sulla carta, si è impegnata a prendere di petto il problema, invitando a realizzare tempestivamente i provvedimenti indicati nella Dichiarazione di Roma, documento firmato da tutti i 170 paesi partecipanti alla Conferenza che si è tenuta alla Fao. Un indirizzo, purtroppo non vincolante, basato su un quadro operativo di dati e di sfide e su 60 azioni raccomandate.
Ma al di là delle speranze c’è chi all’interno della conferenza può mostrare a quei gruppi di potere i propri risultati, a scapito di qualsiasi aspettativa: sono i paesi progressisti e socialisti dell’Amercia Latina (continente con 37 milioni di affamati), alcuni riuniti nell’ALBA (Alleanza Bolivariana per i popoli dell’America), che si battono perché l’alimentazione diventi un diritto fondamentale, e nei loro paesi hanno raggiunto enormi successi nella lotta contro la povertà e la malnutrizione. L’Alba e la solidarietà sud-sud dei paesi latinoamericani si stanno dimostrando una cura efficace contro la miseria strutturale che indebolisce e affama da decenni il continente. Quella stessa solidarietà che, ricorda Bergoglio Guevara, qualcuno oggi sembra voler cancellare dal vocabolario.
Fonte principale di questo articolo Il Manifesto.