Trovati gli accordi all’interno del Pd per quanto riguarda il Jobs Act, i quali hanno previsto l’entrata dell’articolo 18 nella riforma.

E l’articolo 18 rappresenta proprio il cuore dell’accordo che è ora in discussione alla Camera, per poi tornare al Senato per una terza lettura. I punti salienti sono quindi i licenziamenti disciplinari che, se dichiarati nulli dal giudice, prevederanno il reintegro nel posto di lavoro. La stessa cosa varrà per i licenziamenti discriminatori mentre, per quelli economici (crisi aziendali), ci sarà il ricorso all’indennizzo monetario crescente in base all’anzianità del servizio. Incrementate anche le risorse per gli ammortizzatori, che potrebbero passare dagli attuali due miliardi a 3,4; a Bruxelles l’ardua sentenza. L’impegno dell’esecutivo è comunque quello di varare i decreti attuativi entro la fine dell’anno, in modo da rendere possibile l’applicazione della riforma fin dal primo gennaio 2015.

Fonti: Repubblica

Twitter @IlariaPetta