Lazio cinica, la Juve spreca di tutto
Alla Lazio basta una zampata di Mauri per ottenere il massimo risultato da una trasferta torinese decisamente sottotono. La truppa di Petkovic infatti esce dall’andata della semifinale di Coppa Italia con mezza posta in palio, e lascia Antonio Conte con la magra consolazione delle mani nei capelli per la valanga di occasioni sprecate dalla sua squadra.
1-1 il risultato finale, prima Peluso e poi Mauri, a 5’ dalla fine. Un pareggio che ha tutto il sapore della beffa, perché maturato sull’unica distrazione dei bianconeri e perché di fatto avvantaggia oltremisura gli ospiti, che ora si giocheranno il ritorno tra le mura amiche con la sicurezza di due risultati possibili su tre.
Nel primo tempo chi si aspettava il manifesto del nuovo calcio italiano è rimasto deluso. Juve e Lazio danno vita ad una partita equilibrata, ma a ritmi blandi. Per i padroni di casa valgono le attenuanti: mezza squadra è in infermeria. Così Conte deve inventarsi un 3-5-1-1 con Marchisio (al rientro) sulla trequarti a sostegno di Matri unico attaccante a disposizione (nonché il più lontano dal concetto di top-player). Il risultato è che l’undici di Petkovic riesce non solo a limitare i danni, ma anche a proporre spunti interessanti.
Ma la Juve ha una panchina lunga, uomini che hanno giocato poco o che vogliono mettersi in mostra, meccanismi di gioco ben oliati e di sicuro affidamento. E poi un Pogba sontuoso, che più che non far rimpiangere Pirlo, offre l’alternativa di un gioco più rapido e semplificato. Così i padroni di casa escono alla distanza e vanno in vantaggio grazie a Peluso, che svetta – forse irregolarmente – su Lulic e devia la sfera quanto basta per mettere fuori causa Marchetti. Ed è qui che va in scena la fiera del gol mangiato, e ce n’è per tutti i gusti: Matri ci prova col piattone al volo e poi col dribbling e tiro, Vidal colpisce un palo pieno, quindi sbaglia sottomisura di un soffio, poi sfiora il gollonzo di testa. A strozzare l’urlo in gola ai tifosi bianconeri c’è quasi sempre la lunga mano di Federico Marchetti, ormai raro esemplare di portiere saracinesca, che forse s’esalta con l’aria di Torino ma, tant’è, risulta ancora una volta decisivo.
La doccia fredda arriva quando la Juve sembra ormai aver messo la partita sotto chiave. Su corner di Candreva Vucinic tocca la sfera quanto basta per mettere fuori gioco tutta la difesa bianconera. Ne approfitta Mauri che tutto solo sul secondo palo appoggia in rete, sotto le braccia di Storari. È il gol che vale il pareggio. Per la Lazio è come una vittoria.