Gioventù bruciata di nuovo nelle sale

Dal 6 novembre, Gioventù bruciata, nella sua versione restaurata dalla Cineteca di Bologna, torna nelle sale italiane: per un mese il film, diventato espressione di una realtà generazionale, simbolo delle ribellioni giovanili, torna in una veste nuova, come uno dei “Classici ritrovati”. Fin dai primi giorni di lavorazione il film di Nicholas Ray destava le perplessità del suo produttore, Geoffrey Shurlock: c’erano scene troppo violente e altre con una forte carica sessuale, l’immagine che ne veniva fuori della gioventù americana era tanto drammaticamente reale quanto lontana dalle rappresentazioni cui il pubblico era abituato. In Italia Gioventù bruciata non superò il giudizio della commissione di censura che impose la riduzione della scena girata sul piazzale del Planetario,dove James Dean e Corey Allen si sfidano a duello, e di quella precedente in cui il protagonista promette a Natalie Wood che non saranno più soli e la bacia. Ma è soprattutto sulla scena in cui Jim litiga con il padre che la commissione italiana si accanì esigendo il taglio […].

Lontano dagli effetti speciali a cui siamo abituati oggi, Gioventù bruciata consegna alcune immagini alla storia: Jim Backus, nel ruolo del padre, riesce a farci comprendere tutti i motivi dell’insofferenza provata da Jim nei suoi confronti semplicemente indossando un grembiule da cucina, la risata di James Dean che irrompe anche nei momenti più inaspettati o la complessità di un personaggio di Plato, giovane solitario che sente nascere una simpatia anomala nei confronti di Jim, la persona che «vorrebbe avere come padre». E la famiglia è sicuramente un argomento chiave del film.

La violenza, che sia quella del duello tra Jim e Buzz o quella della “chicken-run”, la gara d’auto per dimostrare chi tra i due avversari ha più coraggio, sono scene «che arrivano improvvise» commenta il regista Nicholas Ray, costruite in contrasto con le parole di Dean che, prima di salire in macchina chiede ad Alley «Perché lo facciamo?». La violenza per il regista ha sempre avuto un aspetto negativo: «Rebel without a cause è un film positivo non negativo. E’ strettamente relazionato con l’unità della famiglia, la necessità di questa unione nel focolare domestico».
Interpretando il ruolo di un giovane ribelle, per la seconda volta dopo La valle dell’Eden, James Dean conquista uno spazio enorme nell’immaginario collettivo, inversamente proporzionale alla durata della sua carriera da attore. «In lui i giovani di oggi si ritrovano completamente – spiega un François Truffaut critico cinematografico, ruolo che ricoprì prima di diventare uno dei registi della Nouvelle vague francese – e più che per le ragioni che si citano solitamente, violenza, frenesia, pessimismo, per altre più semplici e quotidiane: pudore dei sentimenti, gusto per la competizione e quel sentimento di estraneità nei confronti della società».

Gioventù bruciata uscì nelle sale italiane nell’aprile del 1956. A distanza di quasi cinquant’anni, grazie al restauro a cui è stato sottoposto il film, oggi una nuova generazione potrà misurarsi con quelle tematiche ancora attualissime, potrà immedesimarsi in quel mito in giacca rossa e maglietta bianca. E pensare che la scelta di girare un film a colori fu successiva all’inizio delle riprese. Molti capi furono sostituiti, James Dean doveva indossare un giubbotto di pelle nera, la giacca rossa fu probabilmente recuperata da quelle del pronto intervento. Ma da questo punto di vista, le posizioni del regista, Nicholas Ray furono inamovibili: «Ho idee molto particolari sul valore psicologico del colore» (fonte Repubblica).

Twitter: @claudia_pulchra