Paolo Poli vola tra gli aquiloni di Pascoli

Aquiloni, in scena al Teatro Eliseo fino al 3 febbraio, non è soltanto uno spettacolo ispirato ad uno dei più grandi poeti di sempre, ma la prova tangibile che in ognuno di noi può rivivere quel fanciullo decantato da Pascoli. Il segreto di questa eterna giovinezza? Forse l’amore per la campagna, il silenzio di novembre, l’ergersi dei mandorli e meli, il vento che solletica gli aquiloni…

Paolo Poli, oltre 60 anni vissuti sul palco e leggenda del teatro italiano, prova a raccontarci Giovanni Pascoli attraverso i suoi componimenti. Lo fa scherzando, tra i vorticosi cambi d’abito e i coloratissimi panorami, saltellando sulle note di una canzonetta o navigando tra sofferti madrigali. E così passano le stagioni, i suoni, gli affetti e le speranze di un’Italia che sembra quasi sparire dietro le rime: L’assiuolo, I due fanciulli, X agosto, Novembre… lo spettacolo è un’esaltazione della letteratura del fanciullino, intervallato da momenti di garbata comicità, nel puro stile cabarettistico di Poli.

Convincenti le interpretazioni dei giovani Daniele Corsetti, Alberto Gamberini, Fabrizio Casagrande e Giovanni Sinicalco, ineccepibili le scene curate da Emanuele Luzzati così come i costumi di Santuzza Calì.
L’intera piece appare molto equilibrata, forse anche troppo considerate le due ore di durata. Aquiloni è infatti uno spettacolo culturalmente e qualitativamente notevole, che però sembra mancare del giusto trasporto emotivo: guardare cinque bravi attori che si dividono il centro del palco a colpi di poesia, sforzandosi di apprezzare l’espressività di ogni scena, finisce per essere un’impresa umanamente troppo impegnativa (e infatti qualche testa si è inclinata già a metà del secondo tempo). A poco servono le scintillanti digressioni coreografiche da Belle Epoque se rimangono confinate ai titoli di coda: un ritmo meno cadenzato e una selezione di poesie più ridotta e accurata (non si può non includere La cavallina storna) avrebbe sicuramente fatto guadagnare molti più applausi, che comunque non sono mancati.
Consigliatissimo agli avidi divoratori di antologie e a chi desidera rivivere i numerosi scenari della poesia Pascoliana. Se il fanciulletto ha 83 primavere in tasca poi…

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