Record raggiunti e raggiungibili: tra Serena a Roger
Tra un malessere e l’altro Serena continua a schiantar record. Il suo coach già la vede prossima a superare il numero di Slam vinti che ad oggi appartiene a Steffi Graf, capace di aggiudicarsi 22 Majors nell’Era Open. Reduce dal weekend a Singapore, Serena, intanto, aveva già eguagliato Chris Evert e Martina Navratilova conquistando il suo 18° titolo dello Slam nella finale dell’US Open. Nell’ultimo 1000 contro Caroline Wozniacki ha chiuso con un doppio 6-3: ci ha messo solo 40 minuti di gioco per prendere il primo set e nel secondo è stata ancora più rapida, insomma ha archiviato la pratica in appena 75 minuti di gara. Se nella WTA, l’americana è regina incontrastata da anni, il trono maschile è vacillante. La lotta al posto numero 1 è serrata. Il regnante Djokovic sente il fiato sul collo del rivale, subito dietro c’è quel Federer che, come Serena, non ha mai smesso di scrivere pagine di storia del tennis. Fermato soltanto nel 2013, dai problemi alla schiena, si è rimesso a lavorare come un pazzo ed ora ha la possibilità di vivere uno degli autunni più fantastici. In 26 giorni lo svizzero potrebbe arraffare nuovi primati.
Cronologicamente, l’obiettivo più vicino sarebbe quello di vincere l’ennesimo Masters 1000. Parigi-Bercy porterebbe diventare il 3° Masters 1000 dell’anno (stesso numero di risultati positivi ottenuti da Novak Djokovic in questo 2014). Tra l’altro potrebbe inanellare consecutivamente 3 successi ai 1000, cosa che ancora non gli era mai riuscita. Cincinnati, Shangai e a con Bercy sarebbe anche il più vecchio vincitore nella storia del torneo parigino.
A metà novembre c’è un impegno patriottico e Roger potrebbe vincere la Coppa Davis. Non è certo fra le competizioni più prestigiose, ma l’elvetico ha recentemente dimostrato di tenerci molto, lo ha dichiarato a seguito dell’ultima vittoria ottenuta contro l’Italia: “Vincere con una squadra è cosa rara nel tennis e regala stimoli diversi”.
Poi LONDRA. Qui si gioca tutto. Federer potrebbe laurearsi Maestro per la settima volta. Ama questa sfida da sempre ed è già detentore di record con le sue 6 lauree, ma si sa le Finals si avvicinano molto al prestigio e alla reputazione di uno Slam e per Roger sarebbe, dunque, davvero una imperdibile occasione per tornare sul tetto del mondo ancora una volta.
Qui si gioca anche la prima posizione mondiale: essere n.1 resta la sfida ultima, quella tecnicamente più difficile, imporsi ancora dopo 52 settimane e riprendere il filo interrotto che lo aveva visto in cime per 302 settimane (2.114 giorni). Si trattasse di un successo di anche durevole solo 7 giorni snon avrebbe prezzo. La prima chance di farcela inizia già dalla settimana corrente: a Parigi se dovesse vincere il torneo e Djokovic NON dovesse giungere alla finale, il desiderio diverrebbe reale. E se così non fosse, la seconda chance, un po’ visionaria, ma affascinate arriverebbe comunque alle attese Finals. Infatti Novak Djokovic conserva 490 punti di vantaggio, ma ci sono 1000 punti perseguibili questa settimana a Parigi, altri 1.500 a Londra e un bonus di 375 punti potenziali nella finale di Coppa Davis (Roger può incrementare a Lille contro la Francia 150 punti: gli stessi che perderà Nole per la finale Davis dell’anno scorso).
Il caro vecchietto dell’Atp che salirebbe la cima della piramide in 9 anni differenti, come prima di lui fecero Jimmy Connors, Ivan Lendl e Pete Sampras, sarebbe anche il Numero 1 più anziano dell’Era Open e scavalcherebbe in questa classifica Andre Agassi, n.1 più longevo vincente fino all’età di 33 anni e 131 giorni.
E se qualcuno volesse ‘infangare’ l’eventuale impresa, c’è poco spazio. Si certo si tratterebbe di un anno senza Slam vinti, ma per chi sa vedere il bicchiere mezzo pieno si può parlare anche in questo caso di un mezzo record. Non per l’Atp, visto che Jimmy Connors nel 1975 e nel 1977 e John McEnroe nel 1982 avevano chiuso l’anno in vetta senza conquistare Slam in stagione, ma per le classifiche antecedenti alla metà degli anni ’80. Sottigliezze a parte, riuscire a farcela nonostante l’assenza di un Major di cui vittoria garantisce 2.000 punti, è espressione di grande continuità e qualità di rendimento, o meglio seppur non si è vinto al photo finish nelle fasi finali Federer non ha mai fatto registrare assenza sul registro.
Ognuno di questi primati però passa per il fresco papà Novak Djokovic. Per il serbo esordio tranquillo al BNP Paribas Master 1000 di Paris Bercy sul tedesco Philipp Kohlschreiber. Il campione è alla prima uscita ufficiale dopo lanascita del primogenito Stefan. Djokovic ha ammesso: “Essere padre dà strane sensazioni”. E dunque staremo a vedere se l’attenzione sarà ben proporzionata fra fuori e dentro il campo o permetterà all’elvetico di continuare a sbizzarrirsi fra i suoi numeri da record.