Fronte Nazionale, il partito del Primo Ministro Yatsenyuk sembra essere confermato in vantaggio nelle elezioni sul partito del presidente Poroshenko nelle elezioni parlamentari ucraine. Le due forze politiche sono entrambe di poco sopra il ventun percento e il risultato si va consolidando intorno ai decimali, una soluzione che rafforzerebbe la posizione di entrambi i leader, garantendo l’attuale assetto di potere. Ferme al dieci percento le forze politiche minori, inclusa l’opposizione vicina ai russofoni, mentre non si è votato, ovviamente, nella russa Crimea e nelle repubbliche indipendenti del Donbass.  

L’equilibrio di potere tra Poroshenko e Yatsenyuk dovrà produrre decisioni importanti in tempi brevi, visto che la valuta Ucraina sta crollando, l’inflazione cresce verso le due cifre e soprattutto non si sa ancora come verrà pagato il gas russo. I nuovi negoziati si svolgeranno oggi, mentre quelli della scorsa settimana si erano bloccati sull’ipotesi di un pagamento in due fasi, un terzo dei 5 miliardi di arretrati entro dicembre e  parte del resto nella prima metà del 2015, senza che sia mai stato chiaro da dove proverrebbero questi soldi mentre, scrivono in Russia, l’Ucraina ha anche dato fondo alle proprie riserve di valuta estera. Una parte di questi fondi verranno prestati dall’Europa, si parla di uno o due miliardi, a spingere in questo senso soprattutto Austria e Germania temendo che l’Ucraina sia costretta a rubare il gas in transito per evitare di veder congelare i propri cittadini. Quasi che i governi tedeschi divengano improvvisamente generosi quando  si minacciano i loro interessi, non quando si chiede loro aiuto e solidarietà coem avvenuto durante la crisi dei paesi periferici della UE.

L’aiuto Europeo non sarà sufficiente oltre ad essere politicamente insostenibile oltre certe soglie, quindi  Kiev per pagare il vecchio e il nuovo gas prima che le temperature comincino a scendere davvero, avrà bisogno di un intervento massiccio dalla BCE o dall’FMI, soprattutto se intende proseguire l’aggressione del Donbass, come i due principali leader dichiarano a giorni alterni. Non sappiamo se il finanziamento e la prosecuzione della guerra siano legati da un macabro dout des, per scoprirlo basterà osservare cosa andranno a finanziare i nuovi stanziamenti. Il fatto che la Polonia, paese falco al fianco delle repubbliche baltiche in chiave anti-russa fin dall’inizio della crisi,  abbia deciso di spostare migliaia di soldati di presidio al confine Ucraino, non rasserena il clima.

Dalll’olanda, dopo mesi di silenzi ufficiali, il  giudice  che si sta occupando delle indagini sull’MH17 ha dichiarato (soltanto PandoraTV ne ha dato notizia) che non ci sono elementi per affermare con sicurezza cosa abbia abbattuto volo malese, smentendo clamorosamente la propaganda colpevolista contro i ribelli le cui  accuse si erano avvalorate acriticamente l’una con l’altra per mesi. Fred Westerbeke, questo il nome del magistrato, ha aggiunto che la tesi dell’abbattimento da parte di un caccia (sostenuta ufficialmente dai russi)  resta una delle possibilità, il giudice ha affermato inoltre di essere in attesa delle immagini satellitari promesse dagli USA e delle foto del missile  terrorista di cui i servizi segreti tedeschi, attivissimi ultimamente sul fronte orientale, si dicono in possesso. Che il Boeing sia stato bucherellato dal cannoncino 30mm di un jet o abbattuto da un sistema Buk lo diranno le prove, sempre che le si voglia produrre, con la speranza che mesi dopo l’emissione della sentenza si possano iniziare a svolgere almeno le indagini. 

di Daniele Trovato

Twitter: @aramcheck76

round