Barbara D’Urso vs Matteo Renzi: la solita polemica
Carmelitasmack versus Matteo Renzi. La solita polemica. Domenica live 19% di share. Barbara D’Urso rispolvera il decolté, tubino in pizzo a manifestazione che la classe non è acqua, che la professionalità non si improvvisa e il vestito buono si tira fuori per gli ospiti importanti. Bacino-bacino, naso-naso : “Benvenuto Matteo”. La solita polemica.
Un colpo al cerchio ed uno alla botte. Berbara brinda a colpi di audience, Matteo brinda ai sondaggi. Un bottino a colpi di ferro da stiro e bigodini. Il Premier ammicca e conquista: casalinghe, nonne, mamme e tutto quel mondo capitanato ed egregiamente rappresentato da Barbarella, oggi, diventa renziano. Dietrologia. La solita polemica.
Scende la scala, il rottamatore, con l’aria di chi non deve rispondere mai. La D’Urso dichiarerà, il giorno dopo: “Mi ha detto mi fido di te, fai tu per questo è stato tutto spontaneo e naturale” infatti nessuna domanda, meglio flirtare. Sguardo da cerbiatta, Carmelita strabuzza gli occhi, annuisce, crea sintonia ma ad un certo punto esagera, sovrabbonda in una serie di: “E certo, e certo, e certo, e certo Matteo, e certo!” un piccolo contocuircuito. Ç’est l’amour. La solita polemica.
A tu per tu con il Presidente del Consiglio. Un tè tra vecchie amiche, pour parler un po’ di burocrazia, un po’ di lavoro, “Come sta Agnese?“, accenni alla linea, allo stress. il Paese tutto sommato se la cava. “La tua amica Camusso” il tono della “Comare” è acidello, trattasi di questione di corna. Suspence. Auguri nonna! 94 anni e Matteo non può essere lì, deve fare. L’alluvione? “Non perdiamoci in polemiche di troppo.“
Spiegazioni elementari, parla semplice il Premier: “i politici hanno fatto le cicale e i cittadini le formichine” bisogna “mettere i soldini“, il debito? “Un gigantesco mutuo” nel mucchio anche un po’ di ottimismo: “Ricordiamoci sempre che noi siamo l’Italia” però “La sera vado a letto e penso, mamma mia che grandi sfide, quante difficoltà” allora un po’ di umiltà: “Non penso di avere la verità in tasca, noi facciamo un sacco di errori” anche se “Sono il rappresentante dei sogni degli italiani” evidentemente li ha sentiti uno ad uno quella volta che vinse le elezioni, ricordate? La solita polemica.
Fare, decidere,”basta polemiche“. Gli italiani debbono sognare, cosa sognano lo decide lui ( il precariato ad esempio) e poi fare, fare, fare ma senza “polemiche ideologiche“, “estremi”, “paura“, “lavorare“, “creando un clima diverso nel Paese“, “per i nostri ragazzi” sempre e solo “aldilà delle polemiche“. Neo mamme unitevi, D’Urso coordini, lavoratori lavorino. Senza polemiche. L’Italia ha bisogno di ottimismo, di pensare positivo con 80 euro anche ai neonati. Un segnale ai bambini che sono il futuro. Si gradirebbe sapere se anche i bambini con la mamma disoccupata hanno diritto ad un futuro ma Barbarella non chiede, si fida. La solita polemica.
Facilità, semplicità, spavalderia senza contraddittorio, Matteo crea consenso e vince facile. Senza domande, senza interrogativi. Nessuna polemica perché la polemica è brutta, cattiva e fannullona. Che bello un Paese senza polemiche! Che bello un Paese dove nessuno ti corregge, dove nessuno si pone domande. De-polemizzazione. Basta gufi, professoroni e sindacalisti. La polemica, stufa, stanca, è demodè in un’Italia pop-populistica. E se è vero che la polemica annoia, è vero anche che non andrebbe confusa con il confronto, con il dialogo cercato da chi magari, caro Matteo, cerca di raccontarTI il paese che stai governando. La solita polemica.