Amazon vs. Hachette: è ‘guerra dei libri’
Tutto è cominciato qualche mese fa, quando il noto colosso dell’e-commerce fondato da Jeff Bezos ha espresso l’intenzione di abbassare il prezzo degli ebook dai 12,99-19,99 dollari attuali a 9,99 dollari fissi. A dichiararsi contraria è stata però la Hachette, casa editrice americana facente parte del Gruppo francese Lagardère, tra i più potenti al mondo, la quale teme naturalmente una ritorsione in termini di introiti. Per tutta risposta Amazon ha intrapreso nei confronti di quest’ultima un’azione di boicottaggio, applicando sanzioni arbitrarie come ridurre gli sconti sui volumi, ritardare i tempi di spedizione, rimuovere la possibilità di preordinare i libri o coprire le pagine con finestre pop-up e reindirizzare i clienti verso libri che non siano targati Hachette. La protesta non si è fatta attendere: mobilitati da Andrew Wylie, un agente letterario che negli anni ’90 ha ottenuto la nomina di “sciacallo” per i contratti miliardari che riusciva a far scucire per i suoi autori, un collettivo di oltre mille scrittori riuniti sotto il nome di Authors United ha comprato una pagina del New York Times in cui ha denunciato le “tattiche di strozzinaggio” dell’azienda di Seattle. Tra i firmatari penne prestigiose come Philip Roth, Milan Kundera, Salman Rushide, Stephen King, oltre ai premi Nobel Orhan Pamuk e V.S. Naipaul: una squadra di super-uomini capace di far impallidire i vendicatori della Marvel.
«Se Amazon non viene fermata» ha dichiarato lo stesso Wylie alla nota testata giornalistica, «siamo alla fine della cultura letteraria in America». Jeff Bezos si è quindi lanciato al contrattacco, e con una mossa di puro strategismo si è schierato al fianco dei lettori: agli Autori Uniti ha risposto con Readers United, una lettera in cui si rivolge direttamente al pubblico dei consumatori per illustrare il suo punto di vista. «Ciò che è importante notare», argomenta Bezos dati alla mano, «è che il prezzo più basso è vantaggioso per tutte le parti coinvolte: il cliente sta pagando il 33% in meno, l’autore sta prendendo una royalty il 16% più ampia e viene letto da un pubblico più largo del 74%. La torta è semplicemente più grande». Un’analisi che potrebbe rivelarsi esatta, e se è vero com’è vero che due anni fa la Hachette venne indagata assieme alla Apple (e ad altri quattro gruppi) con l’accusa di fare cartello per mantenere alto il prezzo degli e-book, ciò vuol dire che non siamo costretti necessariamente a vedere quest’ultima nella parte della vittima. Ma che Bezos pensi ad altro che ai propri interessi è pura fantasia: lo sanno bene i membri del Congresso Mondiale dei Sindacati, che a maggio di quest’anno lo hanno proclamato il peggior datore di lavoro del pianeta per le condizioni inumane imposte ai suoi dipendenti. E se si vuole capire davvero quale sia la sua politica aziendale e come funziona la testa di quest’enorme macchina che ogni giorno smista pacchetti in tutto il mondo allora si deve ascoltare la videointervista rilasciata per l’Unità da Jean-Baptiste Malet, il giornalista francese che si è infiltrato per tre mesi nel magazzino Amazon di Montelimar.
Certo il consumatore cerca in tutti i modi di risparmiare, e tende per istinto a schierarsi dalla parte del miglior offerente. Ma come osserva Federico Sbandi in un articolo apparso a gennaio sul Fatto Quotidiano, «non necessariamente un prezzo basso rappresenta un affare. […] se volete vedere i vostri concittadini occupati e la vostra città supportata da un gettito fiscale adeguato, alla fine della giostra editoriale, Amazon non è la scelta più democratica. La decisione di risparmiare (a breve termine) può minare alla base l’interesse (a lungo termine) della comunità e di una sana diffusione della cultura a livello territoriale». In altre parole il lettore non può essere soltanto lettore – pena la riduzione del libro a mero prodotto – ma deve essere un operatore culturale che nella sua prima veste di cittadino è chiamato a capire le dinamiche storiche, sociali ed economiche che regolano il suo tempo. Parlare di cultura altrimenti non avrebbe più alcun senso. E mentre la guerra si fronteggia ancora una volta tra superpotenze, la sfida più grande, per tutti gli altri, è quella di dover scegliere ogni giorno se essere uomini liberi o schiavi consapevoli.