Elezione della Corte Costituzionale: what’s happening?

Cercare di districarsi tra le intricate vicende del Parlamento italiano e sbirciando verso la cronaca politica degli ultimi tempi di certo un quotidiano al giorno non toglie il medico di torno. Mentre quasi gran parte dei media si occupa del dibattito binario: articolo18 sì articolo 18 no, è stallo in Aula da più di un mese sull’elezione dei due membri laici della Corte Costituzionale. Non parlarne, non interrogarsi non elimina il problema, che non è proprio minimale. I cittadini più attenti ricorderanno i moniti del Capo della Stato che con “vibra e vibrante” sollecitudine invitava il Parlamento a riunirsi in sede comune per completare il team di giureconsulti dell’organo, “guidice delle legge”, più importante del Paese: La Corte Costituzionale.

Situazione protrattasi per settimane in cui il Parlamento non se la sentiva proprio di dar inizio all’Election day. “Day” perché dati i precedenti ( vd rielezione del Presidente della Repubblica) sembrava che la questione dovesse risolversi in un paio d’ore, al massimo un paio di giorni. A quanto pare però, i due candidati stanno ancora aspettando di indossare l’ermellino. Diciassette votazioni, tutte forfait, la buona notizia è che, almeno stavolta, nessuno è corso di notte a bussare a casa dei predecessori per implorargli di rimanere; quella cattiva che ancora non si capisce chi ci è e chi ci fa in questo paese. Tornando al punto, però, un’occhio di riguardo va riservato alle candidature sponsorizzate l’una dal PD e l’altra da Forza Italia ( se si parla di maggioranze Forza Italia rispunta sempre anche con il 19%): Luciano Violante e Ignazio Francesco Caramazza. L’ex presidente della Camera, Violante, regge sin dall’inizio pur non riuscendo a sfangare il quorum ora sceso a 570,  perciò assestandosi a 511 voti. Il M5S ne rivendica l’incandidabilità laddove ad litteram l’articolo 135 della Costituzione recita: ” I giudici della Corte Costituzionale sono scelti tra magistrati anche a riposo delle giurisdizioni superiori ordinaria ed amministrative, professori ordinari di università di materie giuridiche e gli avvocati dopo vent’anni di esercizio”. Casus belli, come spiega Danilo Toninelli, sarebbe sul secondo dei requisiti richiesti: ” non è mai stato magistrato […] né avvocato. Inoltre lui[Violante] è stato ma non è più professore ordinario in materie giuridiche. Infatti la legge per quest’ultimo caso non specifica l’opzione ‘anche a riposo’. Motivo per cui lui è automaticamente fuori dai giochi”. Più spinosa la faccenda su Caramazza, candidatura last minute per FI, dopo il ko di Catricalà osteggiato dagli stessi azzurri e il ritiro di Donato Bruno in quanto indagato dalla procura di Isernia. Caramazza non sfanga ottenendo solo 450 voti. La coppia in definitiva non convince al punto che l’Aula implode in una serie di cartelli dalla dicitura: ” No alla coppia d’assi Caramazza-Violante binomio ‘allucinante di una politica inquietante'”.

Lo stallo è al punto che l’augurio “ritenta sarai più fortunato” diventa sfottò. Inutile commentare come la tecnica del “prendere o lasciare” stroncando i desideri delle opposizioni rasenti il ridicolo. Ridicola a tal punto da farselo ricordare da un giornale (ilfattoquotidiano.it) che forse non è il caso di candidare un indagato come Donato Bruno. La politica continua a far ridere di sé, partendo dal presupposto che la ratio alla base dell’elezione in seduta comune presuppone proprio il dialogo nonché un largo consenso sui candidati dalla maggioranza quanto dall’ opposizione. Consenso giustificato dall’importanza, senza colori di partito, di un organo indipendente che molto spesso ha fatto la fortuna del paese ( Lodo Alfano, Porcellum, ecc..). Lo spettacolo a cui si sta assistendo è, invece, il racconto di un’imposizione hic e nunc senza concertazione, senza condivisione. Una tendenza a cui, ormai, siamo abituati che assume i tratti della “maggioranza vince” ad ogni costo, del dialogo ad “uso e consumo” di chi, da troppo tempo, dialoga: con chi vuole, quando vuole e solo se vuole qualcosa.

senato

@FedericaGubinel

Fonti: ANSA, IlFattoQuotidiano.it

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