A 38 anni e 3 giorni Francesco Totti scavicchia come un ragazzino impertinente all’ Etihad Stadium ed entra nella storia della Champions alla sua maniera…con il cucchiaio.

“Tutti in piedi: esce il Capitano!”. Così lo speaker dell’ Olimpico arringa la folla nel momento in cui il numero 10 per eccellenza della storia giallorossa viene sostituito tra le mura amiche. Quando per l’ultima volta queste parole riecheggeranno nella Curva Sud e Francesco Totti si avvierà verso il compagno a cui cedere il posto sarà senza dubbio il giorno più straziante per ogni tifoso romanista. Anche ieri il Capitano ha mostrato i muscoli e, con la classe e la tigna che ha contraddistinto la sua carriera, ha condotto la Roma al pareggio sul campo di una delle corazzate europee riconsegnando alla società giallorossa, scivolata mestamente nella quarta fascia dell’ urna di Nyon, quella dimensione europea smarrita in questi ultimi 3 anni.

“Il giocatore meno giovane a segno in Champions League”. Non si dice il più anziano anche se questa dicitura, magari poco consona per un trentottenne, darebbe un significato diverso al record stabilito da Totti e ai sacrifici che lo hanno reso possibile. Primato tolto a Giggs, un monumento, proprio a Manchester anche se sponda Citizens, dove la Roma aveva scritto suo malgrado la pagina più avvilente della sua storia continentale.

38 anni e 3 giorni, 38 anni, 3 giorni e 3 partite in una settimana. Una freschezza atletica invidiabile. Il peso degli anni, i minuti nelle gambe, le viti nella caviglia non scalfiscono l’innata lucidità da terzo occhio che porta ancora il capitano giallorosso a deliziare con le sue giocate i suoi tifosi e, quando ha la fortuna di esibirsi su un palcoscenico veramente sportivo, anche i tifosi avversari.

“Mai decisivo” “Fenomeno all’ interno del GRA”, solo ora anche le grandi testate si rimangiano ‘ste stronzate e dedicano al Capitano il giusto tributo, vuoi per un mea culpa retroattivo, vuoi perché la necessità di risollevare il prodotto calcio che impunemente nutre blatte e parassiti che vi gravitano intorno, porta a riscoprire idoli, bandiere e campioni e Totti incarna tutto questo anche se in pochi in questo ventennio se ne sono accorti.

Ieri alla domanda “Ma quando scade il contratto di Totti?” la risposta spontanea è stata “Quanno je pare”. Chi non è appassionato di calcio e non mastica Roma può solo intuire che ciò che lega il Capitano alla sua tifoseria, ad una città (quella con i colori di Roma non quella stramba parte che sventola vessilli greci) è un legame indissolubile. Non ci si può strappare il cuore se perde qualche colpo, non si smette di amare se i segni del tempo offuscano la bellezza dell’amato, l’amore palpita nello sguardo e quello di Totti è più vivo e caparbio che mai, giorno dopo giorno, partita dopo partita.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *