La “galleria degli orrori” di Wesolowski

Il caso dell’arcivescovo Jozef Wesolowski ha suscitato l’attenzione dei media, in questa settimana, non solo perché accusato di pedofilia e arrestato dalla gendarmeria americana per volontà del papa, ma perché è il primo caso di abusi su minori riconosciuto direttamente dalla Santa Sede. A carico del prelato ci sono, infatti gravi accuse di abusi su minori e detenzione di materiale pedopornografico, nel periodo in cui il prete esercitava la carica nella repubblica domenicana.

È la prima volta che si assiste ad un caso del genere in Vaticano, o meglio che in seguito ad un’inchiesta di pedofilia, vengano presi provvedimenti direttamente dal papa, senza che niente fosse stato messo a tacere. L’ex nunzio di Santo Domingo aveva un archivio segreto nel suo computer. All’interno più di 100mila foto e video con minori. L’archivio, sembrerebbe diviso in quattro volumi, conteneva circa 130 video e più di 86mila immagini. Una parte delle immagini era stata salvata da Wesolowski nel suo computer portatile durante i viaggi. L’inchiesta per presunti casi di pedofiliaa carico dell’ex arcivescovo polacco era partita dalla Repubblica Dominicana dove era stato a lungo nunzio apostolico. La documentazione era stata trasmessa alla magistratura polacca. Wesolowski, 66 anni era nunzio apostolico a Santo Domingo dal gennaio 2008. Papa Francesco lo aveva richiamato a Roma nel 2013 in seguito proprio alle accuse di abusi su minori emersi a Santo Domingo.

Addirittura le cartelle erano divise per genere e tutti i file catalogati ritraevano bambini o bambine ripresi in attività erotiche. Nonostante tutto Wesoloski non andrà comunque in carcere a causa delle sue condizioni precarie di salute. La situazione per l’arcivescovo si sta aggravando ancora di più; gli investigatori, infatti, stanno verificando email e tutti i dati per risalire ad eventuali complici. Il sospetto più forte è infatti, che il prelato possa far parte di una rete internazionale dedicata alla pedofilia, oltre a lui ci sono altri quattro vescovi sotto inchiesta. Sembrerebbe davvero che per la prima volta siano stati scovati questi “orchi” all’interno delle sante mura, o meglio che si sia deciso di “condannare” i colpevoli.

Nella “galleria degli orrori” gli investigatori stanno cercando contatti e nomi, con i quali l’arcivescovo sarebbe venuto a contatto scambiandosi le immagini. Di moltissimi casi di pedofilia in Vaticano, che comunque sono sempre stati messi a tacere, ci sono circa 600 casi l’anno denunciati. Sembrerebbero quattro i vescovi sotto inchiesta e oltre 5mila sacerdoti denunciati. Negli ultimi tre anni la Congregazione per la dottrina della fede ha ricevuto circa 600 segnalazioni all’anno, per abusi commessi dal 1965 al 1985.

Per quanto riguarda Wesolowski, sconterà la pena nei locali del Collegio del palazzo tribunale vaticano. Padre Francesco Lombardi ha reso noto che: “l’iniziativa assunta dagli organi giudiziari della Città del Vaticano è conseguente alla volontà espressa dal Papa, affinché un caso così grave e delicato venga affrontato senza ritardi, con il giusto e necessario rigore, con assunzione piena di responsabilità da parte delle istituzioni che fanno capo alla Santa Sede”.

pedofilia vaticano

 

 

 

 

 

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