Tra testi e foto: Visti&Scritti di Scianna
In quest’epoca di fotografie di bucatini all’amatriciana particolarmente fotogenici o di occhiali da sole specchiati perfetti per nascondere quello che c’è dietro e magari per riflettere altri occhiali specchiati che riflettono mare/montagna/bucatini all’amatriciana, pensare al ritratto ci fa ricordare che l’obiettivo delle vere fotografie è raccontare. Un ritratto, infatti, non è un’immagine usa e getta che si condivide sui social network e non è quasi mai solo un documento che testimonia la realtà. Visti&Scritti di Ferdinando Scianna (edizioni Contrasto) nasce proprio perché i ritratti sono un luogo di memoria, un serbatoio di storie che, nell’istante di uno scatto, nascondono il mistero di tanti racconti, primo tra tutti quello dell’incontro tra il fotografo e il fotografato. Scianna, uno dei più celebri fotografi italiani di fama internazionale, ha deciso di rivelare questi segreti affidando alle pagine del suo nuovo libro oltre 350 ritratti scattati nel corso della sua vita e altrettanti testi, uno per ogni personaggio fotografato, per ogni momento irripetibile in cui il suo obiettivo cattura un soggetto.
Il fotografo siciliano ha selezionato ritratti di grandi personaggi, dagli scrittori ai registi, dagli attori agli stilisti, dai cantanti ai pittori, passando, ovviamente, per i colleghi fotografi; ma anche dei suoi amici, delle figlie e della madre e, insieme, di persone incrociate casualmente nel corso della sua carriera, tuttora a lui sconosciuti o riapparsi nella sua vita con un nome e cognome o, in alcuni casi, come dei nuovi amici. Si susseguono volti e pose in bianco e nero di Roland Barthes e Milan Kundera, dell’«amico (…), angelo paterno» Sciascia, di Moravia e Guttuso, di Alberto Sordi, Toni Servillo e Mario Monicelli; lo sguardo severo della mamma di Peppino Impastato; i volti di Doisneau e di Bresson, di un compagno d’infanzia a Bagheria, di quello che è stato il primo «degli amori adolescenziali» che sono «eterni (…) a condizione che durino pochissimo»; di un Berlusconi giovanissimo ossessionato dai capelli, della ragazza persa nei suoi pensieri nella metro parigina, della signora che ha ospitato il fotografo e la sua modella in un vascio di Napoli e che ancora oggi Scianna va a trovare quando passa di là.
«Alla fine» dice Scianna alla presentazione del suo libro al MAXXI di Roma nell’ambito del ciclo di incontri “Nel baule” a cura di Roberto Ippolito, «questo libro è un po’ un autoritratto per me, perché tutte queste persone sono io». Un diario che, come tutti i bauli – appunto – di ricordi, attraversa la vita del fotografo siciliano, dall’infanzia nel paese natale e dai compagni di collegio ai primi viaggi per lavoro, dai servizi di moda alle fotografie durante i reportage internazionali, fino all’approdo alla prestigiosa agenzia Magnum Photo; una raccolta, anche, di aneddoti e riflessioni sui personaggi famosi, raccontati con quello stile brillante che Scianna aveva già dimostrato nel suo primo libro da scrittore e fotografo (Ti mangio con gli occhi, sempre per la collana “In parole” di Contrasto). Ma il valore più originale e forse più importante che le parole aggiungono alle fotografie in Visti&Scritti il lettore lo scopre leggendo sotto le righe: è capire come la sensibilità e l’istinto del fotografo – di un grande fotografo – riescano a trasformare una sua impressione in uno scatto, un messaggio da comunicare in un particolare dell’immagine, un aspetto della persona che ha davanti in un ritratto, nella foto giusta.
Ferdinando Scianna, Visti&Scritti, edizioni Contrasto, 2014, 432 pp., 353 fotografie, € 24,90 – Scheda libro: www.contrastobooks.com