“Presente e futuro della fiction italiana” al Roma Fiction Fest
Come si è evoluta negli anni la fiction italiana? In che direzione sta andando? Cosa possiamo fare per salvarla ed esaltare la creatività italiana? Questi e altri ancora gli interrogativi a cui Carlo Freccero insieme a Sergio Silva e Mario Gianani hanno cercato di rispondere durante il convegno “Presente e Futuro della Fiction italiana” al Roma Fiction Fest 2014.
Pochi minuti prima dell’inizio del convegno nella sala Sinopoli dell’Auditorium regnava un religioso silenzio, tra le sedute c’era chi si aspettava delle risposte o perlomeno sperava di riceverne per non perdere la speranza . Un applauso che accoglie i tre protagonisti di questo convegno interrompe il silenzio. A rompere il ghiaccio in maniera molto goliardica è Carlo Freccero:”Ieri nel primo appuntamento con questi convegni abbiamo cercato di capire il rapporto tra fiction e cinema e Zingaretti ha premiato 15 progetti a 40 mila euro l’uno. Gli ho detto che era meglio di Renzi, 80 euro contro 40 mila”. Continua sempre Freccero ponendo l’attenzione su un problema della sua generazione che è stato quello di esaltare il cinema e di vedere il regista come unico e solo artefice di tutto. L’importanza capitale della serialità e dello sceneggiatore è stata posta in secondo piano uccidendo la fiction e vedendo il cinema come unico “ombelico del mondo”. Per questo è Sergio Silva che incarna il futuro della fiction italiana, un produttore che ha esaltato la serialità e soprattutto il ruolo dello sceneggiatore. Mario Gianani – uno dei fondatori della casa di produzione Wildside – viene presentato come il presente della fiction italiana per il suo coraggio di scommettere e la forza di non rottamare niente “Parla persino con me, non mi rottama” afferma Freccero e continua “Se rinascessi farei il matematico o lo sceneggiatore” con questa affermazione che ha fatto scappare qualche risata in sala Carlo passa la parola a Silva.
Questo “futuro” della fiction ha un tono un po’ malinconico e lancia un messaggio forte: è il sistema che va cambiato e dobbiamo smettere di vivere all’ombra del passato che è la legge mammì. A detta di Silva il primo passo dovrebbe essere quello di riconoscere che c’è un problema, affermazione che viene avvalorata dai dati del 2006. In quell’anno le esportazioni di produzioni diminuirono del 58% e le importazioni aumentarono del 66%. {asd1} Anche Gianani pone l’attenzione sul fenomeno delle importazioni con un’affermazione molto attuale: “Ormai siamo tutti spettatori dei Soprano”. Il fondatore della Wildside fa notare che con serie come “Romanzo Criminale” e “Gomorra” abbiamo dimostrato di avere qualcosa da offrire all’Europa, che dobbiamo puntare sulla produzione che non deve essere ristretta a due sole reti, attirando così solo un pubblico vecchio o borghese tralasciando quello giovane. Un altro problema esposto da Gianani è quello di dover eliminare il preconcetto secondo il quale costo e valore del prodotto coincidano. Bisogna dare maggiori opportunità alla creatività e puntare ad una linea di produzione internazionale per rilanciare l’esportazione e non restare incagliati nella produzione nazionale che convoglia in due reti. {ads1}Alcuni interventi del pubblico hanno posto l’attenzione sulla differenza qualitativa tra le fiction italiane e quelle americane e sul poco coraggio di rischiare e dare spazio all’inventiva dei giovani con la conseguente fuga all’estero. Il fatto che il presente così non abbia futuro è stato sottolineato più volte durante questo convegno al Roma Fiction Fest, ma si è parlato poco di contenuti. Rischiare, investire e attirare un pubblico più ampio, ma sopratutto internazionale sono le soluzioni date da Freccero , Silva e Gianani per mantenere in vita la fiction italiana.
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