Wikileaks: l’Ucraina era la linea da non oltrepassare
Il risultati diplomatico raggiunto a Minsk dal gruppo di contatto, con la momentanea benedizione di Putin e Poroshenko, è una tregua senza un totale cessate il fuoco con le artiglierie che hanno ricominciato a tuonare dopo appena poche ore, ma segna un rallentamento dell’escalation e la creazione di un canale di comunicazione più diretto, dando l’opportunità a tutte le parti contare e schierare di nuovo i pezzi.
Le milizie consolidano il territorio (ri)conquistato e le schiaccianti vittorie in battaglia conseguite durante l’offensiva di Agosto, l’Ucraina può arrestare l’emorragia di uomini e mezzi, scongiurare la rotta delle truppe e favorirne la riorganizzazione e il riarmo. Gli USA hanno potuto rilanciare l’escalation delle sanzioni, strategia che ha il duplice pregio di coinvolgere gli alleati europei scaricando i costi dell’embargo soltanto su di essi. Inoltre gli USA hanno avuto modo annunciare al vertice NATO di Cardiff il dispiegamento di nuove basi in Polonia, Romania e nei paesi baltici, tutte regioni ex-sovietiche o che furono sotto il Patto di Varsavia. Putin non soltanto accetta la tregua ma se ne fa promotore in un piano di sette punti condiviso dalla Merkel, probabilmente perchè per il Cremlino congelare la partita oggi significa allentare le pressioni dell’area interventista interna e guadagnare tempo in vista dell’inverno quando militarmente, economicamente e sotto il profilo dell’approvviggionamento energetico, per Kiev sarà tutto più difficile. Infine, ma forse più importante, le popolazioni del Donbas trovano qualche giorno di parziale sollievo dopo quasi quattro mesi di bombardamenti ininterrotti.
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Secondo gli accordi vigenti tra Russia e NATO (1997), quest’ultima non può creare basi permanenti nelle repubbliche ex-sovietiche, in linea anche con quanto promesso alla Russia nel 1990 al tempo dell’unificazione tedesca e prima ancora da Reagan a Gorbaciov, in un’epoca remota che sembra improvvisamente tornata prossima e attuale. La questione dell’accordo del 1997 è stata aggirata dando carattere ‘persistente ma transitorio’ alle nuove basi, come previsto da un documento presentato al congresso da 22 senatori Repubblicani che già il primo maggio scorso chiedeva di accelerare l’ingresso delle repubbliche ex-sovietiche nella NATO, come membri de-facto la cui associazione non è ancora stata ratificata (MAP). Se qualcuno fosse ancora convinto che questa folle corsa verso una nuova Guerra Fredda, che non esclude un conflitto globale e moltiplica i conflitti minori di apparente portata regionale, nasca dalle mire espansionistiche di un Putin improvvisamente impaziente di tornare a veder marciare il torrente d’acciaio dell’Armata Rossa sull’Europa, dovrebbe forse consultare questo cablogramma del 2008 pubblicato da Wikileaks. Nel testo W.J.Bums attuale Career Ambassador, carica al vertice della diplomazia USA quasi un ambasciatore-capo, redigeva un rapporto diretto a Washington riguardo alle posizioni della Russia sull’ Ucraina. Bums racconta di come la Russia avesse tracciato una linea rossa sull’allargamento ad Est della NATO, in particolare in Ucraina dove il pericolo di secessione, violenze e guerra civile era alto a causa dello stretto legame linguistico e culturale con la Russia di grandi aree del paese. Lavrov, tuttora ascoltato consigliere di Putin di cui Burns nel cablogramma riporta le parole, sottolineava i pericoli legati alla presenza di forze ultra-nazionaliste e neo-fasciste sul fronte anti-russo, denunciando la tendenza dei paesi di recente associazione alla NATO, a cercare continuamente la provocazione verso Mosca. Il messaggio era stato chiaro: le potenze si accordavano sui limiti delle rispettive aree di influenza, sorpassare le quali sarebbe stato considerato un atto ostile.
Meno chiaro il messaggio emanato dagli esperti di Londra dopo diverse settimane di analisi delle scatole nere, i quali confermano, bontà loro, che l’aereo sia stato abbattuto in volo, accennando al fatto che la fusoliera sia stata investita da frammenti che l’avrebbero perforata. Capire chi sia stato, dicono gli esperti, non è il loro mestiere.
A fornirci un colpevole, anche stavolta, ci penserà la propaganda.
Daniele Trovato
Twitter: @aramcheck76